
Il trapper Niky Savage, nome d’arte di Nicholas Alfieri
Cesena, 21 novembre 2023 – Una protesta tardiva ma forse, opportuna, monta sui social, nelle chat telefoniche, nelle conversazioni tra genitori, dopo che sabato scorso, al teatro Verdi, si è esibito il trapper Niky Savage, nome d’arte di Nicholas Alfieri. A stigmatizzare la scelta di un trapper che canta testi volgari, sessisti, violenti e nei cui riguardi, sindaci come quello di Trento, hanno chiesto di annullare il concerto, sono prevalentemente madri di adolescenti che si interrogano su come essere maggiormente incisive sull’educazione dei figli, maschi e femmine, che passa anche attraverso la musica che ascoltano.
E invocano maggiore attenzione da parte dei gestori di locali. "Lo chiamano artista questo Savage – scrive infatti una di loro sulla pagina ‘Sei di Cesena se…’ - , e a me sale tanta rabbia. Mia figlia era al Verdi, a pochi giorni dall’ennesimo femminicidio, e io non avevo idea di quale fosse il messaggio che questo ‘tizio’ avrebbe portato sul palco. Ho rabbia perché avrei dovuto stare più attenta, informarmi, leggere e spiegare... provo rabbia per tutte quelle ragazzine che cantano le sue porcate e, praticamente nude, vanno sotto il suo palco a farsi chiamare con epiteti irripetibili. Rabbia perché permettiamo di portare certi tipi di messaggi: oggi e mai dovremmo accettare che frasi delle canzoni come ‘Non accetto chi mi dice NO’ vengano recapitate ai nostri figli, a tanti ragazzini uomini di domani…".
La mamma di un figlio maschio, racconta che il ragazzo sarebbe voluto andare al concerto "ma io gli ho detto: ti rendi conto di ciò che dice quel trapper? Le sue canzoni sono violenza! E lui mi ha risposto: io non sono d’accordo con quello che canta ma tutti, ragazze comprese, impazziscono per Niky e stanno sotto al palco a strillare. Comunque non è andato al concerto per sua decisione".
Noi, per fornire un esempio, abbiamo provato a selezionare qualche passo dai testi del trapper, sconclusionati anche dal punto di vista lessicale, ma tra ciò che è pubblicabile abbiamo scelto questa "perla": "C’ho una tipa che ciao (eheh, muah). C’ha due pere che wao (wao), Wa-wa-, lei vuole le mani là. Ma non sa che domani non camminerà". C’è chi fa osservare che quei contenuti c’erano anche nel rock anni 60 e 70, e che la musica trap non sfugge alla trasgressione senza tempo della adolescenza. Vero, ma non ineluttabile. Davanti a tale consapevolezza, l’indifferenza diventa connivenza. "Perché – sottolinea Mirella Ravaglia presidente di Fidapa Malatesta -, intesa come un corpo senza altri valori".
Preferisce non rilasciare dichiarazioni la direzione artistica del Verdi, il cui invito a studenti dalla prima alla quinta superiore è raccolto da alcune centinaia giovanissimi, mentre il "Forum sui generis" presso il Comune e che riunisce tante associazioni di volontariato impegnate, con l’assessore Carlo Verona in testa, nella promozione della parità di genere e per la cultura del rispetto, ribolle di sdegno. "All’indomani dell’ennesimo femminicidio – afferma Barbara Monachesi di Apeiron - i giovani di Cesena ballano al ritmo di canzoni come queste. Possiamo fare subito una petizione o muoverci in qualche modo per fare sentire, forte ed immediata la nostra disapprovazione? Sappiamo tutte e tutti il potere che le parole, soprattutto di personaggi seguiti ed "ammirati" come questo hanno, di quanto rafforzino il patriarcato con tutte le conseguenze che ne derivano". "Gli insegnamenti impartiti in famiglia sono un nervo scoperto – è il parere di Ines Briganti -. Come associazione Perledonne promuoviamo da gennaio allo Scientifico incontri per genitori con esperti per l’educazione al rispetto e alle emozioni".