Cesena, la videostoria dell’alluvione: i dieci giorni che hanno stravolto tutto

Il 16 maggio esonda il Savio e la città è allagata, scatta la macchina dei soccorsi. Le storie a lieto fine e le tre vittime. La visita di Bonaccini e di Ursula von der Leyen

Cesena, 26 maggio 2023 - La videostoria degli ultimi, terribili 10 giorni di alluvione comincia il 16 maggio, con l'esondazione del Savio. L'apocalisse piomba in un attimo, Cesena è allagata, la macchina dei salvataggi si mette in moto immediatamente, mentre il sindaco Enzo Lattuca, in un drammatico videoappello ai suoi concittadini, raccomanda: "Pensiamo alle vite, non alle cose".

FOCUS / La diretta dell’alluvione oggi

La visita di Ursula von del Leyen a Cesena (Foto Ravaglia)
La visita di Ursula von del Leyen a Cesena (Foto Ravaglia)

Molte le storie a lieto fine, le persone strappate dalla furia del fiume in piena, ma a Cesena l'alluvione si prende tre vite, quelle di Sauro Manuzzi e Palma Maraldi, e Riccardo Soldati.

Già il giorno dopo, il 17, la città si risveglia choccata dal disastro ma piena di spirito di solidarietà: tutti in strada, a spalare fango, mentre fuori dalle case cominciano ad accumularsi cataste di mobili. Sono davvero tanti i volontari arrivati in città da tutta la regione per dare una mano. I racconti si sovrappongono, dicono di terribili paure e grida di aiuto. Su tutti la storia del piccolo Valentino, in braccio alla mamma sull'uscio della loro casa invasa dall'acqua. Lei chiede aiuto, grida tutta la sua disperazione, e subito accorre un ragazzo, che non esita a gettarsi nelle putride acque, arriva a nuoto dalla spaventatissima mamma e riporta in salvo il bambino issandoselo sulle spalle. Intanto in montagna sembra franare tutto, e molti sono bloccati nelle loro case. Bisogna far presto: carabinieri e Protezione civile entrano in azione e si danno da fare per portare al sicuro chi altrimenti resterebbe bloccato, accompagnando spesso a piedi le persone lungo sentieri sicuri. Il 21 maggio il presidente della Regione Stefano Bonaccini arriva in città per visitare le zone più colpite dall'alluvione e parla con i volontari che da giorni si danno da fare. Il 25 maggio segna invece la visita della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che incontra le popolazioni colpite dall'alluvione. Lei le saluta in dialetto: "Tin bota", le regalano la piadina e un cartello stradale divelto, al suo passaggio la gente intona l'inno di questa gente che si rimbocca le maniche per risollevarsi: Romagna mia" è il canto che si alza dalle strade infangate.