Freddo tardivo e grandinate: frutta a rischio, gli agricoltori adesso tremano

Cesena, dopo il caldo africano è arrivato il colpo di coda dell’inverno a mettere in pericoli le coltivazioni Il vicepresidente di Coldiretti: " Proteggere il raccolto con reti anti-pioggia e polizze assicurative"

Cesena, 22 aprile 2024 – Prima la fiammata di caldo africano, con temperature anche di 12 gradi superiori alle medie del periodo e condizioni di tempo più simili a fine giugno che a metà aprile; poi, il colpo di coda dell’inverno, più volte annunciato dai meteorologi e puntualmente arrivato. Il cambiamento climatico dispiega appieno i suoi effetti e a farne le spese, naturalmente, è in primis il settore agricolo, costretto a fare i conti con capovolgimenti di fronte tanto rapidi quanto violenti.

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Le conseguenze sono, il più delle volte, imprevedibili: per questo si suggerisce sempre più spesso agli agricoltori di stipulare polizze assicurative contro i rischi meteoclimatici (sebbene gli importi delle franchigie siano, di anno in anno, più onerosi).

Nelle campagne cesenati si avvicina la data d’inizio delle campagne di frutta estiva: dalle albicocche alle ciliegie fino alle pesche, autentica eccellenza di questa terra. L’aspetto dei frutticini già presenti sui rami fa ben sperare, ma l’abbattersi di una grandinata, come accaduto sabato a Sogliano, comprometterebbe l’intero raccolto.

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"Sugli alberi abbiamo meno frutti degli anni scorsi: colpa del ‘non-inverno’ e dell’assenza pressoché totale di temperature fredde – esordisce Sandro Calisesi, produttore di Borghi –, ma la qualità è buona. Dato lo stato di maturazione, un temporale violento sarebbe devastante. Le piante avrebbero bisogno delle vecchie piogge primaverili, che qui non si vedono ormai da anni".

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In effetti, in questi mesi l’agricoltura romagnola ha sofferto non poco per la carenza di precipitazioni: alla scarsità d’acqua piovana e al caldo anomalo si è aggiunta l’insistenza di un vento particolarmente forte. "I seminativi (grano, mais ed erba medica) sono fermi – prosegue Calisesi – bloccati sia dalla carenza di piogge, sia dal vento, che ha asciugato e seccato i terreni".

"Lo scorso weekend abbiamo avuto anche 12 gradi in più della media, poi siamo finiti sotto media di 3 gradi: i cambi di temperatura così repentini non fanno bene alle piante – conferma Federico Facciani, titolare dell’azienda vitivinicola ‘La Castellana’, sulle prime colline cesenati, e vicepresidente di Coldiretti Forlì-Cesena -. Complice il caldo, nei campi i cicli colturali sono stati stravolti e la crescita vegetativa è stata incredibilmente accelerata: in certi casi non ha superato i cinque giorni, mentre la norma è di due o tre settimane. Parlando della vite, ad esempio, i germogli (o viticci) sono ancora troppo morbidi per potersi aggrappare ai sostegni: basterebbe un temporale, o il vento forte, per distruggerli. Per questo motivo, il consiglio che do più spesso ai miei colleghi è di proteggere il raccolto con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, dalle reti anti-pioggia e anti-grandine alle polizze assicurative".