I piccoli borghi sono tornati a sorridere

Turisti, nei primi sette mesi del 2022 superati i i livelli pre-Covid. Sogliano e Longiano (+35%) sugli scudi. Terme, meno 20% rispetto al 2019

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DI Maddalena De Franchis

In Romagna, si sa, settembre è il mese dei bilanci per la stagione turistica destinata ormai all’archiviazione, sebbene le giornate, ancora calde, invoglino a programmare gli ultimi appuntamenti con la tintarella e qualche weekend fuori porta. A proposito di scampagnate e gite fuori porta, che estate è stata per il nostro entroterra? E per le località termali, reduci da due anni complicati a causa della pandemia?

Per farsi un’idea, basta scorrere il report relativo ai primi sette mesi del 2022, appena rilasciato dall’Ufficio statistico della regione. Iconti definitivi si faranno in autunno, ma lo studio fornisce punti di riflessione sull’estate che volge al termine.

Per cominciare, un dato confortante sulle nostre colline: sebbene il report statistico prenda in esame, singolarmente, solo i ocmuni di Sogliano al Rubicone e Longiano e raggruppi tutte le altre sotto l’etichetta generica ‘altri comuni collinari forlivesi-cesenati’, i numeri rispetto al 2019 sono, nel complesso, positivi. Crescono le presenze - sia di turisti italiani, sia stranieri - e aumentano, parallelamente, i pernottamenti: a Sogliano, ad esempio, in sette mesi sono arrivati oltre mille turisti, a Longiano più di 4mila, realizzando, in quest’ultimo caso, un lusinghiero +35% rispetto all’era pre-Covid. Le ottime performance della collina e, in Riviera, di Cesenatico (quarta città balneare in regione per preferenze, dopo Rimini, Riccione e Cervia-Milano Marittima) hanno fatto da traino per l’intera provincia di Forlì-Cesena, che chiude i primi sette mesi dell’anno con quasi duepunti percentuali in più, in termini di arrivi, rispetto al pre-Covid.

Più timida la performance delle località termali, come conferma Lino Giglioli, presidente Coter (Consorzio del circuito termale dell’Emilia-Romagna). "Abbiamo chiuso i primi sette mesi del 2022 con circa il 20% in meno di presenze rispetto allo stesso periodo del 2019", commenta. "Fino a marzo siamo stati condizionati dagli strascichi dell’epidemia di Covid, poi, ad aprile e maggio, abbiamo registrato una ripresa superiore alle aspettative. Nei mesi estivi, tra giugno e agosto, i turisti preferiscono in genere altre destinazioni, dal mare alla montagna. Dall’inizio di settembre, però, stiamo recuperando terreno: le nostre strutture stanno ricevendo diverse richieste di prenotazione, il che ci fa ben sperare per l’autunno, stagione di punta per le destinazioni termali".

Sulla rinnovata ‘effervescenza settembrina’, come Giglioli stesso la definisce, grava però una pesante incognita: "le bollette energetiche alle stelle costringeranno, probabilmente, molte attività a chiusure anticipate", ammette il presidente del Consorzio. "Se non arriveranno dei ristori o delle forme di sostegno, il nostro settore è a forte rischio: certo, non siamo energivori come un’azienda che produce acciaio, ma le nostre strutture sopportano costi molto alti per tenere aperte piscine e vasche idromassaggio, oltre a saune, palestre e centri benessere. Dopo il rallentamento causato dalla pandemia, eravamo pronti a impegnarci al massimo per raggiungere e superare i livelli del 2019: ora sono i rincari a metterci nuovamente in ginocchio".