
Il frutteto dei fratelli Rossi ha rilanciato la varietà di pesca a pasta bianca che era ormai scomparsa
L’amore e la dedizione con cui, da qualche anno, coltivano questo frutto antico, dall’aroma inconfondibile, è valso loro il riconoscimento che, della ‘Bella di Cesena’, porta addirittura il nome: già, perché, un’estate fa, il premio "Bella di Cesena", istituito dall’associazione ‘Terre Centuriate’ e destinato a figure capaci di promuovere la cultura agraria del territorio cesenate, è andato ai fratelli Rossi di Bulgarnò. La motivazione? Aver riscoperto la ‘Bella’. Ed è ormai dal 2020 che il Carlino torna ogni anno, verso metà luglio, nel piccolo frutteto dei ‘contadini gentili’ di Bulgarnò, Maurizio, Monia e Lucia Rossi: un frutteto che sembra un libro di storia del territorio, tante sono le varietà antiche e autoctone che contempla. Fra queste, la regina è certamente la ‘Bella di Cesena’, la pesca a pasta bianca più coltivata nel Cesenate per decenni e poi scomparsa, a partire dagli anni Sessanta, perché poco adatta alle esigenze produttive dell’agricoltura moderna.
"Quest’anno la resa produttiva è stata migliore rispetto alle campagne precedenti – sorride Lucia Rossi - ancora una volta, la nostra ‘Bella’ ha dato prova della capacità di resistenza agli eventi atmosferici sfavorevoli, come le gelate primaverili. Quanto alla grandine e ai parassiti come la cimice asiatica, proteggiamo gli alberi con le reti". Una delle ragioni per cui la ‘Bella’ è finita nell’oblio è la sua scarsa resistenza nel post-raccolta, ma i fratelli Rossi, che conoscono bene la fragilità del frutto e la sua bassa tenuta alla manipolazione, la raccolgono con gentilezza, riponendola in contenitori della capacità massima di 4 kg. È la stessa Lucia a occuparsi della commercializzazione e delle attività di comunicazione: "quando è iniziata la raccolta, circa 15 giorni fa, ho avvisato tutti i clienti che ci hanno contattato in questi anni – racconta – e in tanti mi hanno confidato che non vedevano l’ora di assaggiarla ancora. Ho creato anche un gruppo su Telegram che conta oltre 200 iscritti: noi pubblichiamo la disponibilità del giorno e i consumatori la prenotano, poi vengono a ritirarla direttamente in azienda. Questa varietà non è adatta alla distribuzione nei magazzini tradizionali della frutta: dalla raccolta alla vendita, tutte le fasi parlano di un tempo che non c’è più".
Ed è qui che l’emozione prende il sopravvento, perché tracciare il bilancio di una stagione, nel caso della ‘Bella di Cesena’, non è mai solo una questione di numeri e percentuali: "anno dopo anno – prosegue Lucia Rossi – ho visto crescere l’affetto e l’attesa dei cesenati nei confronti della ‘Bella’. Grazie anche agli articoli che avete pubblicato, sempre più persone e attività si sono interessate a questa pesca, tanto che abbiamo diverse collaborazioni in atto con aziende della zona: l’ultima in ordine di tempo è quella con ‘La cremeria’ di Cesena, che ora propone il gusto ‘Bella e salvia’". Dal profumo della ‘Bella’, insomma, è nata una magia: "i quindici giorni di raccolta si sono trasformati, per noi, in quindici giorni di condivisione ed emozioni, perché i clienti ci affidano i ricordi, le loro storie d’infanzia legate a questo frutto – conclude Lucia Rossi -. Sono queste le giornate in cui raccogliamo davvero i frutti del lavoro di un anno. Il mio impegno per il futuro? Far sì che anche le giovani generazioni conoscano la ‘Bella di Cesena’ e il patrimonio prezioso che custodisce".