REDAZIONE CESENA

L’abbraccio di Piantedosi al Caps "La priorità è riprendere l’attività"

Ieri il ministro dell’interno ha visitato la scuola di Ps danneggiata dall’esondazione del Savio. Il capo della polizia Pisani: "Evento imprevedibile ma dovremo migliorare i piani di emergenza".

L’abbraccio di Piantedosi al Caps "La priorità è riprendere l’attività"

"Siamo qui prima di tutto per dimostrare la nostra vicinanza a una struttura storica e di grande importanza per la polizia come il Caps". Sono le parole con le quali il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha riassunto il senso della sua visita di ieri al Centro di addestramento della polizia di Stato duramente colpito dall’alluvione del fiume Savio. "La priorità è ridare a questo luogo la piena funzionalità nel più breve tempo possibile – ha aggiunto dopo aver visionato i danni insieme al nuovo capo della polizia Vittorio Pisani e al deputato della Lega Jacopo Morrone, scortati dal direttore Bruno di Rienzo – I tecnici stanno valutando la situazione e al momento i danni maggiori paiono essere quelli legati agli impianti. In ogni caso qui, come in tutto il resto del territorio, ora inizia la fase della ricostruzione. La Romagna non verrà lasciata sola, come è doveroso che sia". In effetti la struttura era stata completamente allagata, come d’altra parte era successo a tutta la via IV Novembre che confina proprio con gli argini del fiume Savio. Argini alti, che fino a oggi non avevano mai creato situazioni di pericolo come quelle verificatesi il 16 maggio. Hanno fatto scalpore le immagini dei mezzi della polizia presenti all’interno del Caps e circondati dall’acqua. "Dobbiamo essere sinceri – ha argomentato Pisani – l’imprevedibilità dell’evento ha colpito anche noi ed è chiaro che in ottica futura dovremo pensare a un piano di emergenza che metta in sicurezza non soltanto le persone, ma anche le strutture. E’ però anche doveroso dire che in caso di situazioni come queste è difficile che anche un piano appositamente realizzato possa salvare le strutture fisiche. L’importante resta salvare le vite umane". Ora i corsi sono sospesi: i circa 300 allievi che stavano per ultimare i loro percorsi di specializzazione sono stati trasferiti a Trieste dove termineranno il ciclo in vista degli imminenti esami. Così al Caps sono rimaste le ruspe che ammassano e rimuovono i detriti. I segni di un passato che qui, come in tutta Cesena, ci si vuole mettere in fretta alle spalle.