ELIDE GIORDANI
Cronaca

Il Bar Barriera chiude. Disdetta inviata al Comune

Il contratto scadeva tra otto anni, dopo quaranta di conduzione di Derno Pieri e soci. E non si profila all’orizzonte un nuovo gestore.

Il caffè ristorante Barriera (foto Ravaglia)

Il caffè ristorante Barriera (foto Ravaglia)

Manca un dettaglio, l’accettazione da parte del Comune a riprendersi lo storico locale (il contratto tra le parti scade tra 8 anni) ma le intenzioni del gestore sono chiare: il Ristorante Bar Barriera cessa l’attività e ha già inviato disdetta. E non sembra profilarsi all’orizzonte chi voglia raccogliere il testimone di un collaudato punto di ritrovo - 40 anni di vita nella formula condotta fino ad oggi da Derno Pieri con l’immancabile supporto della moglie Antonella Venturi - le cui luci hanno tenuta accesa l’attenzione su un punto prestigioso del centro storico. Tra lo stupore degli avventori il bar ristorante, allora condotto da tre soci di cui faceva parte Pieri (imprenditore di lungo corso nel settore), aveva aperto le sue porte eleganti il 19 settembre del 1985. Una meraviglia innescata dalla ricercatezza degli arredi, dalle volute della ringhiera che delimita la scala che sale al piano superiore, dal bancone animato da una sinuosa sirena opera del pittore Adriano Maraldi. Tutti gli interni sono stati ispirati ad una studiata eleganza a cui il sito, la porta di destra della Barriera, ha portato ulteriore prestigio.

Gli attuali conduttori ne avevano riconfermato la gestione a seguito di un’asta celebrata nel 2018 (in cui erano stati gli unici partecipanti) ma da allora molte cose sono successe, non ultima la pandemia da covid che ha costretto il bar ristorante ad una lunga chiusura. E poi c’è l’età che avanza, l’impegno di Derno Pieri in un’altra attività condotta dal figlio a Faenza e i costi del Bar Barriera in un momento in cui i pubblici esercizi sono aumentati in città e hanno fatto spostare il perno della movida intorno alla piazza del Popolo. Ma sembrano i costi il vero nodo, sia delle intenzioni attuali del gestore che dello scarso interesse che il locale ha suscitato fino ad ora, benché non si possa immaginare un destino definitivamente segnato. Viaggia sui 4 mila euro al mese l’affitto da corrispondere al Comune a cui si aggiunge il costo dell’occupazione di suolo pubblico per il largo dehor che lo ha caratterizzato (almeno 7 mila euro all’anno) e poi gli altri obblighi: Imu, utenze, dipendenti. Una gestione tipica di tanti altri esercizi in città ma ci vuole la voglia di scommetterci e non è detto che in futuro qualcuno non voglia provarci. E l’interesse sarebbe da stimolare, se non altro perché le sue luci accese hanno fatto anche da dissuasione per i gruppi di ragazzi che, come lamentano i residenti intorno, quando si fa notte compiono quasi sistematicamente danni e vandalismi. Intanto il sito sta cambiando radicalmente: via la "terrazza" a raso, chiuse le porte, spente le luci. "E’ un gran dispiacere - dicono i gestori - ma le problematiche attuali non ci consentono di fare altro".