REDAZIONE CESENA

"Lo stadio Manuzzi non è per famiglie"

Una famiglia di tre generazioni va allo stadio per vedere la partita Cesena-Entella, ma viene disturbata da razzi segnalatori accesi da ragazzi di 16 anni. La gestione dello stadio deve assicurare posti riservati agli ultras per evitare che le famiglie siano disturbate.

Domenica sera mi sono recato allo stadio per la partita Cesena-Entella con mio padre (80 anni) e mio figlio (8 anni). Al momento dell’ingresso giustamente siamo stati controllati, ci hanno fatto togliere i tappi dalle bottiglie per poi accedere in tribuna mare nei posti assegnati (settore D). Al momento dell’acquisto non ce n’erano altri disponibili. Abbiamo notato alcuni ultras con dei palchetti realizzati con polistirolo per andare all’altezza delle transenne del secondo piano e ragazzi con bandiere tre metri per tre metri. È iniziata la partita ed ovviamente è iniziato il tifo e giuro non è stato possibile vedere anche da in piedi ed anche sopra ai sedili (cosa che non si dovrebbe fare). Dei ragazzi (massimo 16 anni) hanno acceso razzi segnalatori causando fumo tossico e nocivo, ma gli steward non hanno battuto ciglio. Ovviamente per poter vedere la partita al secondo razzo segnalatore siamo dovuti andare via dal settore per poi andare in un posto più tranquillo ma ovviamente in piedi. Altre cinque sei famiglie che hanno fatto la stessa cosa.

Se la gestione del Dino Manuzzi vuole portare più persone allo stadio deve assolutamente sistemare questa cosa, a mio avviso assegnando posti riservati ai soli agli ultras dove non sia più possibile accedere. In modo da non mischiarsi alle famiglie e consentire a tutti di vedere la partita in pace.

Matteo Soldati