
Lo staff delle Cucine popolari di Cesena. L’associazione si basa essenzialmente sul lavoro dei volontari
Ci vorranno almeno due anni, ma la nuova sede delle Cucine Popolari è già sulla carta. L’organizzazione di volontariato, che sotto l’egida del principio "mangia ciò che vuoi, paga quello che puoi" ammannisce fino a 140 pasti al giorno, nell’attuale location sotto al residence del Don Baronio non ce la fa più a contenere l’affluenza. Già oggi si fanno doppi turni. Ci saranno, invece, almeno 120 posti, nei locali - che dovranno essere adeguati - dell’Hobby Terza Età, il circolo ricreativo ubicato davanti all’ippodromo, futura sede delle Cucine. L’adeguamento, lo stabile è proprietà del Comune, avrà un costo totale di circa 450 mila euro.
"Noi - dice la presidente delle Cucine, Oriana Casadei - ce ne mettiamo 150 mila. Ma si badi bene, sono risorse che ci sono arrivate dai fondi per l’alluvione, non è che abbiamo tante risorse. Ogni introito ci viene dalle donazioni". Mentre tutta l’opera di allestimento dei pranzi (lunedì, mercoledì, venerdì a cena, martedì e giovedì a pranzo) e la spesa quotidiana sono opera di un bel gruppo di volontari che continua ad assicurare la propria disponibilità. Nella sede dell’Hobby 3, dove è ospite anche un Circolo Arci, sono anche altri i vantaggi per le Cucine Popolari. "C’è un bel giardino dove in estate è gradevole sedersi e conversare - elenca Oriana Casadei -, un parcheggio ampio e le fermate degli autobus poco distanti. Inoltre tra la sede attuale e quella futura c’è praticamente solo il Ponte Europa. Ma sarà un vantaggio anche usufruire dei contatti che già oggi fanno riferimento all’Hobby 3 e all’Arci. I pasti pronti potrebbero essere un buon servizio per gli anziani dell’Hobby, spesso soli e senza qualcuno che cucini per loro". Intanto però l’attività continua nei locali del Don Baronio dove, come si ricorderà, l’acqua dell’alluvione del marzo 2023 ha completamente invaso gli spazi fino al soffitto rendendo inutilizzabili molti degli impianti di conservazione degli alimenti e preparazione dei pasti. Ma la generosità dei cesenati, e soprattutto la condivisione di un progetto che trova l’appoggio di tantissime persone, ha risolto l’impasse che ha fatto seguito. "A chi ci chiedeva come fosse possibile aiutarci - evidenzia la presidente Casadei - abbiamo orientato le donazioni sulla base delle nostre esigenze. E così sono arrivati lavastoviglie, forni, abbattitori, frigoriferi. Solo i fornelli si sono salvati dall’acqua. Sono tutti impianti che ci porteremo nella nuova sede". Come arredi, tavoli,sedie, ombrelloni da esterno che sono stati donati dal Lions Club. "I lavori più consistenti della nuova sede - chiarisce Oriana Casadei - sono quelli relativi ad una nuova cucina, essendo quella attuale non a norma per la nostra attività". Per i lavori sarà prevista una gara d’appalto.
Elide Giordani