
Simone Luglio nei panni di Falcone e. Giovanni Santangelo in quelli di Borsellino
Si intitola "L’ultima estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo", lo spettacolo che venerdì alle 20.30, Ert propone agli spettatori del Bonci, per la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Prodotto in collaborazione con Knk Teatro, sarà rappresentato anche nell’ambito della rassegna di Teatro Ragazzi. Ideatore del progetto e interprete di Giovanni Falcone è Simone Luglio, mentre Giovanni Santangelo è Paolo Borsellino.
La piéce, per la regia di Chiara Callegari è tratta daI testo originale di Claudio Fava (ex presidente della commissione antimafia in Sicilia, autore della sceneggiatura de I cento passi), e ripercorre gli ultimi mesi di vita dei due magistrati palermitani, reclusi per un lungo periodo, nel 1985, per necessità di sicurezza all’Asinara, e per preparare l’istruttoria del Maxiprocesso di Palermo a Cosa Nostra, divenuti vittime di quelle stesse stragi di mafia nel 1992. La voce fuori campo è di Luca Massaro.
Simone Luglio, lei ha interpretato Falcone anche nella serie Rai ‘La mafia uccide solo d’estate’ e ha, con il magistrato, una somiglianza fisica. Quali sono i suoi sentimenti nell’essere Falcone sulla scena, ma anche portatore della sua memoria?
"Dapprima ho provato un certo timore: lo spettacolo ha debuttato nel 2021 nell’ambito di Collegamenti, il Festival sulla legalità di Canicattì, sotto la mia direzione artistica, alla presenza di Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato da cui è venuto l’apprezzamento, così come da Leonardo Guarnotta, collega di Falcone e Borsellino ai tempi del pool antimafia, che hanno ritrovato gli aspetti caratteriali, l’umanità dei due magistrati uccisi e l’amicizia anche con risvolti goliardici che li legava. Ora, dopo tante repliche, il personaggio mi appartiene".
La preparazione dello spettacolo ha indotto lei e Giovanni Santangelo a vivere insieme per alcuni mesi per penetrare lo spirito di condivisione che c’era tra Falcone e Borsellino. Come è andata?
"Santangelo ed io eravamo solo conoscenti prima di quell’esperienza. Insieme a noi ha abitato anche la regista Chiara Callegari. Sottolineo che per la prima volta ad interpretare i magistrati scomparsi sono dei siciliani, mentre Chiara è veneta. La circostanza ha quindi, cementato l’appropriazione del progetto, limato le diverse percezioni provocate anche da confronti generazionali. Chiara è più giovane di noi e già la scolarizzazione della notizia non le apparteneva. Tutto poi è successo peraltro durante il Covid che, se da un lato ci ha limitato, dall’altro ha favorito una convivenza forzata e permesso di ragionare sul testo, provare la messa in scena e unirci in un comune sentire".
Dunque un esperimento positivo.
"Molto positivo visti i risultati. Dopo il debutto al Teatro Stabile di Catania nell’aprile del 2022, lo spettacolo è stato scelto per inaugurare il convegno della Guardia di Finanza Italiana in Albania e poi è andato in tournée in tanti paesi del mondo. È anche il primo e unico spettacolo teatrale a essere stato rappresentato all’interno della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in Lussemburgo, a giugno 2022, nel 70esimo della nascita della Corte di Giustizia dell’Unione Europea".
All’estero come accolgono la vicenda di questi due personaggi?
"Si apprezza il messaggio universale che da loro proviene come abbiamo constatato ad esempio in Nordafrica e ad Algeri due donne ci hanno raggiunto in camerino con le lacrime agli occhi, partecipi della vicenda".