REDAZIONE CESENA

Sambri: "Il virus è già arrivato"

Il direttore del Laboratorio Ausl: "Ancora pochi casi per fare previsioni. Sorveglianza fondamentale"

Il professor Vittorio Sambri, microbiologo responsabile del laboratorio analisi dell’Ausl Romagna a Pievesestina

Il professor Vittorio Sambri, microbiologo responsabile del laboratorio analisi dell’Ausl Romagna a Pievesestina

Passerà anche dal laboratorio analisi di Pievesestina, l’hub di sequenziamento di tutte le malattie infettive della regione Emilia-Romagna diretto dal microbiologo Vittorio Sambri, la dimensione pandemica dell’ondata influenzale 2024 / 2025.

Professor Sambri, avete già incrociato il virus influenzale di quest’anno?

"Si, ma ci sono ancora pochi casi, del tutto insufficienti per fare previsioni".

Se ci sono solo pochi casi come mai abbiamo già il vaccino pronto per contrastarne gli effetti?

"Perché il vaccino viene costruito sui virus che vengono identificati nell’emisfero sud dove la stagione fredda incrocia il nostro periodo tardo primaverile ed estivo. E da lì che parte la sorveglianza. I virus dell’influenza, infatti, girano nella stessa maniera su scala mondiale. Ed è l’OMS che stabilisce quali debbano essere trattati con il vaccino, e sono almeno quattro. Lo fa sulla base dei dati epidemiologici dell’emisfero sud e della sorveglianza attuata anche da noi. Poi la rete dei medici sentinella effettua in tamponi, che vengono inviati ai laboratori, e successivamente vanno a Londra dove il virus viene tipizzato. Da qui l’OMS trae le informazioni per orientare chi produce il vaccino".

Perché è necessario rifare ogni anno la vaccinazione considerato che si tratta dello stesso virus?

"Sono della stessa famiglia ma non sono gli stessi. Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza dei virus a mutare e questa mutazione va rincorsa con la formulazione vaccinale".

Ogni nuovo virus può diventare pandemico?

"Si. E se è molto diverso da quello precedente ha potenzialità pandemiche molto più alte. Magari lo abbiamo già visto in passato ma il fisico vaccinato non lo riconosce subito e ciò gli permette di diffondersi in modo più efficace. Ma abbiamo la possibilità di stroncarlo sul nascere".

Perché non si riesce ad annientarli definitivamente?

"Quello dell’influenza è un virus zoonotico, sta negli animali. Noi siamo ospiti importanti ma principalmente sta negli uccelli, nei suini e in altri animali. E’ li che il virus e si modifica. Se infetta gli animali selvatici è impossibile da debellare".

Il picco dell’influenza è previsto a dicembre/gennaio, perché è importante vaccinarsi già ora?

"Perché il vaccino ha un tempo di latenza, che serve al nostro sistema immunitario per sviluppare la risposta, che va da 15 giorni ad un mese. Ma non tutte le affezioni delle vie respiratorie sono influenzali. La vera influenza si manifesterà tra un po’".

Perché è importante la sorveglianza dei casi?

"Dobbiamo sapere come curarci. No agli antibiotici, per esempio, che curano le malattie batteriche, non virali. Mentre la terapia antivirale per l’influenza è assolutamente necessaria per le persone fragili. Infine, chi ne è affetto non deve essere messo a contatto con altre persone fragili, sennò si crea un cluster".

Elide Giordani