Troppa pioggia nei campi "Ciliegie e fragole a pezzi"

Agricoltori cesenati con il cuore in gola per le abbondanti precipitazioni "La mancanza di sole rovina la frutta e la espone al rischio di ammuffire".

Troppa pioggia nei campi  "Ciliegie e fragole a pezzi"

Troppa pioggia nei campi "Ciliegie e fragole a pezzi"

La frutta estiva e i vigneti delle prime colline sono salvi, per ora; ma le più delicate varietà precoci - ciliegie e fragole in primis - e le colture in pianura, soffocate dal ristagno d’acqua, hanno subito danni ingenti. È un primo bilancio, tracciato dagli stessi agricoltori cesenati, delle intense perturbazioni che si sono susseguite nei primi 10 giorni di maggio, in particolare sulle province romagnole. Il Cesenate non rientra, fortunatamente, tra le zone più colpite; ma il livello di attenzione resta alto, dal momento che il cielo non promette nulla di buono almeno fino all’inizio della prossima settimana.

Sandro Calisesi, che coltiva frutta e ortaggi in località Montenovo, ogni mattina si reca nei campi col cuore in gola. "Le albicocche sono ancora integre – racconta – ma le ciliegie precoci sono andate completamente perdute già dopo le piogge copiose del 2 maggio scorso. Alle precipitazioni si aggiunge il freddo fuori stagione, che ha rallentato la crescita dei carciofi di almeno una ventina di giorni. L’acqua era necessaria, la campagna ne aveva bisogno: dopo così tanti mesi di siccità, le falde erano vuote. Il problema è che sarebbe dovuto piovere in autunno e in inverno: ora, le piogge abbondanti e la mancanza di sole rovinano la frutta, rendendola insapore e più soggetta al proliferare di muffe".

"Le prime colline cesenati e l’area al confine con Bertinoro, dove si trovano i nostri vigneti, non è stata interessata da fenomeni intensi", dichiara Federico Facciani, vice presidente di Coldiretti Forlì-Cesena e titolare della tenuta vinicola La Castellana. "Monitoro costantemente il livello di pioggia caduta: la settimana scorsa, da noi si sono accumulati 100 millimetri, contro gli oltre 200 del Faentino. Non possiamo lamentarci, ma neppure abbassare la guardia: a far paura, oltre alle bombe d’acqua e alle possibili frane che ne deriverebbero, è il freddo. La notte scorsa, qui, il termometro non ha superato i 3 gradi".

Se nelle aree collinari si teme il calo delle temperature notturne, in pianura il pericolo si chiama asfissia radicale, ovvero la sofferenza delle radici per il prolungato ristagno: è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti, che in Romagna ha certificato almeno un migliaio di ettari di coltivazioni finite sott’acqua. "Kiwi, albicocchi e peschi sono le piante più sensibili, a rischio asfissia radicale – precisa Alessandro Corsini, direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – inoltre, per colture come ortaggi, mais e grano potrebbe andare persa gran parte del raccolto. Sono stati allagati aziende agricole, allevamenti, magazzini, attrezzature e fabbricati rurali: il nostro monitoraggio fornirà, a breve, un quadro chiaro. Danni così devastanti minacciano la sopravvivenza di un’intera filiera, fatta di agricoltori e aziende che, col loro lavoro, hanno trasformato la Romagna nella ‘fruit valley’ italiana".

Maddalena De Franchis