
di Daniele Zandoli
Tra un mobile e l’altro, verso altri mondi. Moreno Zebi, ormai ex ds del Cesena, sta traslocando dopo due anni in città.
"Ogni tanto capita, inconvenienti del mestiere che faccio", spiega. Siamo ai saluti, al congedo, con un po’ di amaro in bocca, anche se annacquato dalla consapevolezza di aver fatto bene, nonostante la maledizione playoff.
Zebi che stagione è stata?
"Abbiamo chiuso un’annata a mio avviso molto positiva, partiti per migliorare la posizione della scorsa stagione ci siamo riusciti. Gli investimenti sono stati più o meno quelli, l’obiettivo era di essere competitivi senza svenarci".
Stessa valutazione sul biennio?
"E’ stata un’esperienza di vita particolarmente importante, formativa. Oggi sono un dirigente ed un uomo sicuramente migliore di quando sono arrivato. Ho tessuto tanti rapporti e amicizie che porto con me. Orgoglioso e fiero di aver rappresentato il Cesena ovunque, se in carriera farò qualcosa di buono molto lo dovrò a questa esperienza".
Un biennio di corsa, una rosa anche con qualche spina.
"Col senno di poi alcune scelte tecniche non si sono rivelate centrate come avrei voluto, ma ci sta in un paio di anni comunque positivi, terminati con un settimo e un terzo posto. Vorrei ripetere mille volte il match col Monopoli, per il resto sono soddisfatto del mio lavoro e del riconoscimento che il mondo del pallone ci riserva. Parlando coi colleghi tutti mettono in risalto il nostro lavoro".
Dicono che sia stato troppo tenero con Viali.
"E’ una favoletta che respingo al mittente. Con Viali ci sono state molte discussioni, a volte anche accese, ma abbiamo sempre ‘lavato i panni in casa’, sforzandoci di non far trapelare nulla per il bene della squadra. Non è nel mio stile fare piazzate. Ho aiutato tutti ad essere più performanti possibile, considero il lavoro di Viali molto positivo".
Può mettersi anche diverse medaglie al petto.
"Cose buone che sarebbe giusto riconoscere. Collocolo, ora all’Ascoli, è cercato in serie A, Candela aveva giocato nella Pergolettese e qui si è rilanciato, Bortolussi resta uno dei migliori attaccanti della C. Credo che dopo due anni il brand Cesena sia cresciuto. Potrei continuare, ma mi fermo. Ho sempre lavorato nell’interesse del Cavalluccio cercando di fare il meglio".
Col Monopoli cosa è successo?
"Questa squadra quando ha sentito il peso della responsabilità spesso ha sbagliato, quando è stata libera di testa ha fatto bene. Non si può ridurre la storia di due anni in un match".
Si aspettava di restare? Gli obiettivi sono stati centrati.
"Era giusto fare una riflessione. Mi dispiace andare via perché sono stati due anni meravigliosi. Nel nostro mestiere a volte è giusto arrivare ed altre volte è giusto partire. Abbiamo mantenuto equilibrio fra costi ed opportunità, competitivi pur rimanendo entro certi parametri".
E ora, quale sarà il suo futuro?
"Lavorare, a testa bassa, come sempre. Ho alcune proposte concrete, tutte in Lega Pro (ndr. sta per firmare con il Novara), rifletterò e ripartirò con lo stesso entusiasmo con cui sono arrivato a Cesena. Sono giovane, voglio continuare a crescere".
Pensierino finale?
"Mi dispiace esserci congedati dal Manuzzi con quella partita, ho sofferto per giorni come un cane, ma questo è il calcio. Porto nel cuore l’entusiasmo della Mare, di questa gente meravigliosa e ringrazio per avere avuto un’opportunità unica. Speriamo sia un arrivederci".