Beppe Carletti racconta i Nomadi "Noi, grandi amici senza padroni"

Il cofondatore stasera ripercorrerà 60 anni di successi sul palco di ’Rimini in Musica’. Con lui il violinista Reggioli

Beppe Carletti racconta i Nomadi  "Noi, grandi amici senza padroni"

Beppe Carletti racconta i Nomadi "Noi, grandi amici senza padroni"

di Nives Concolino

Il polistrumentista e compositore Beppe Carletti, cofondatore de ’I Nomadi’ reduci dall’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, stasera alle 21,30 sarà sul palco di ‘Rimini in musica’ nell’arena Francesca da Rimini per ripercorrere i sessant’anni di storia della band di Novellara. Con lui il talentuoso violinista Sergio Reggioli, altra colonna del gruppo che vanta oltre 15milioni di di dischi venduti.

Carletti, siete sempre sold out, ma per il compleanno si va oltre?

"Non ho mai visto tanta gente così ai nostri concerti. Ne facciamo una novantina all’anno, ma quest’anno solo in agosto ne abbiamo tenuti venti".

E’ motivo di orgoglio?

"Quello che mi inorgoglisce di più è l’aver fatto 52 lavori tra dischi in studio, live e raccolte, senza aver mai proposto un disco fotocopia dell’altro".

Vantate però successi come ’Auschwitz’ e ’Io Vagabondo’ dall’eco internazionale.

"Queste sono le nostre bandiere, certe canzoni restano".

Cosa racconterà al pubblico di Rimini in musica?

"In sessant’anni di cose vissute c’è tanto da raccontare! Di certo quello che tengo a ricordare è l’incontro con Augusto Daolio sul palco di un dancing a Trecenta di Rovigo nel gennaio 1963. E’ stato come due calciatori che s’incontrano su un campo sportivo. Con lui è scattato un amore a prima vista. Tra noi c’era un amore fraterno, una storia incredibile, che fa riflettere". I Nomadi procedono sfidando tempi e tendenze, il segreto? "La coerenza. Andiamo avanti col nostro modo di essere e di fare. Siamo andati avanti imperterriti anche negli anni Ottanta, quando nessuna casa discografica ci voleva e qualcuno cercava di farci terra bruciata intorno. Non ci siamo arresi, anzi, siamo stati ancora più noi stessi, senza padroni, non ne ho neppure adesso. Vado avanti con gli amici, come Yuri Cilloni, Sergio e gli altri che ho con me sul palco (Cico Falzone, Daniele Campani e Massimo Vecchi)".

Reggioli sarà con lei stasera. "È un grande violinista, ha pure collaborato al mio album Sarà per sempre. E’ il secondo che faccio come Carletti. Mi hanno chiesto di prepararne un terzo e questo mi stuzzica, perché nella mia testa macino musica, la mia linfa, a non finire. Con Sergio stasera proporremo anche tre-quattro pezzi, piano e violino".

L’ultimo album ’Cartoline da qui’ vola in alto?

"Sta andando bene con grandi consensi di pubblico, contiene importanti contributi preparati per noi, senza essere richiesti, da Francesco Guccini, Luciano Ligabue e Giorgio Faletti col bel testo che ci ha lasciato".

La nostra riviera ha segnato i vostri natali in musica?

"La Romagna ci porta bene. Musicalmente sono nato qui, a Riccione, con due concerti quotidiani per 77 giorni, dal 13 giugno 1963, al Frankfurt Bar. Sono felice di tornare in riviera su invito di ‘Rimini in musica’".

Un documentario della Rai racconterà I Nomadi...

"Ne sono il protagonista, nel senso che ho raccontato la storia. Due attori interpretano me e Augusto, non abbiamo ancora la data della messa in onda, si parlava di ottobre, ma di certo è toccante".