Rosalba
Corti
È il 3 settembre. La spiaggia è meno affollata e più silenziosa del solito e nell’aria si respira una strana atmosfera da fine di tutto. Ssservo il telo da mare stropicciato, le infradito consumate, tutto assume un aspetto diverso, a fine stagione. Ancora il sole scotta, le giornate sono piene di luce eppure l’estate sembra già impregnata dell’umore volubile dell’autunno. La spiaggia ha un aspetto inconsueto e fa impressione pensare che fra qualche giorno gli anziani passeggeranno accompagnati dai loro cagnolini sulla riva e i bagnini smobiliteranno tutto. Gli amici son partiti.
Sono loro a partire, ma anche noi che restiamo qui ci sentiamo un po’ in viaggio, scombussolati da questa malinconia che ci pervade. Da una parte l’estate, con i suoi profumi, il calore, l’istinto di annacquare i pensieri; dall’altra la riviera che si svuota, le code ai caselli, la prospettiva di un nuovo inizio. Accade qualcosa di anomalo in settembre: finiscono anche gli amori. Mentre osserviamo il tramonto, cercando di dare un senso razionale al dolce dolore che ci coglie per un’avventura che finisce, pensiamo a un’altra estate che si eclissa. "Poi torna tutto come prima".