Neri Marcorè, una musica può fare "Cura il dolore delle comunità"

Il cantante e attore stasera a Bertinoro con ‘Le mie canzoni altrui’. "Il filo conduttore? La leggerezza"

Attore, doppiatore, cantante e conduttore: tanti talenti riuniti in una sola persona, parliamo del camaleontico Neri Marcorè che, stasera alle 21.30, si esibirà nello spettacolo Le mie canzoni altrui nella magnifica cornice dei giardini della Rocca di Bertinoro (è possibile prenotare i biglietti sul sito www.vivaticket.it). L’artista marchigiano si esibisce in un concerto istrionico, come lui, spaziando nella musica italiana e straniera dal folk al pop.

Lo spettacolo sarà un viaggio nella formazione musicale di Marcorè da De Andrè a Gaber fino a Gianmaria Testa; con lui sul palco Domenico Mariorenzi alla chitarra acustica, al bouzouki e al pianoforte, Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica, Alessandro Patti al basso e contrabbasso e Simone Talone alla batteria.

Marcorè, come è nata la passione per la musica?

"Credo che la musica entri nella vita delle persone in maniera silenziosa fin dai primi anni poi i percorsi della vita a volte portano a fare in modo che diventi anche un lavoro. Ho iniziato a cantare fin da piccolissimo, con il tempo ho iniziato a fare spettacoli, il primo a 12 anni, oggi a distanza di molto tempo la musica occupa gran parte dei miei impegni".

La musica è memoria sensoriale, scatena ricordi ed emozioni. Qual è la canzone che le suscita più memorie?

"Sono due le canzoni cui sono più legato: Lontano dagli occhi di Sergio Endrigo e Cosa hai messo nel caffè di Riccardo del Turco. Ricordo che mia mamma metteva nel giradischi i 45 giri e cantavamo insieme, io avrò avuto tre anni".

Si esibirà a Bertinoro, una zona duramente colpita dalla recente alluvione, secondo lei la musica ha anche una funzione sociale?

"Sì, ci credo molto. Infatti nel 2016 ho creato l’iniziativa solidale RisorgiMarche dopo il terremoto. Penso che la musica possa lenire il dolore delle comunità colpite e non le faccia sentire sole; è veicolo di azioni concrete e un’arma potente per risvegliare le coscienze". Quale sarà il filo conduttore del concerto?

"Il leit motiv sarà la leggerezza, un momento di condivisione e divertimento con il pubblico. Ogni anno cambiamo il repertorio e anche all’ultimo momento potrebbe cambiare la scaletta della serata".

Le verrà consegnato il premio Ermete Novelli, un po’ l’oscar del teatro in Romagna, cosa ne pensa?

"È un onore ricevere questo premio, soprattutto perché prima di me è stato consegnato al caro amico scomparso Ivano Marescotti, che ricordo con affetto".

Bertinoro per tradizione è la città dell’ospitalità, che significato dà a questa parola?

"Per me vuol dire allargare le braccia all’Altro senza pregiudizio, vuol dire apertura di spirito e mettersi in ascolto del prossimo".

Valentina Paiano