Chat dell’orrore alle scuole medie: pedopornografia e svastiche

Coinvolti già 700 ragazzini e perfino bambini delle elementari. Appello pubblico ai genitori della prof: “Via gli smartphone”

Nella chat degli orrori iscritti a forza centinaia di ragazzini

Nella chat degli orrori iscritti a forza centinaia di ragazzini

Ancona, 24 marzo 2024 – Ragazzini non ancora adolescenti inseriti in una chat pedopornografica con video a sfondo sessuale che coinvolgono bambini e svastiche disegnate su organi genitali maschili. La chat rimbalza di telefonino in telefonino tra gli studenti delle scuole medie dell’Anconetano, tra Monte San Vito, Falconara, Chiaravalle, Montemarciano.

E pare abbia raggiunto anche studenti dell’ultimo anno delle elementari. La notizia è emersa durante un incontro sul cyberbullismo e la scuola ne ha subito informato le famiglie. Un tam-tam che ha provocato la reazione allarmato dei genitori, alcuni dei quali hanno già allertato le forze dell’ordine.

La prima a dare l’allarme è stata Claudia Cicconi, referente per il cyberbullismo dell’istituto Montemarciano Monte San Vito e della questione è informato anche il sindaco Thomas Cillo, che assicura: "Siamo in stretto contatto con la scuola, concordi nell’importanza di sensibilizzare i genitori. Stiamo anche portando avanti come amministrazione un lavoro sulla consapevolezza del digitale".

Ma veniamo alla lettera da cui tutto è partito. "Anche quest’anno – ha scritto ai genitori la professoressa Cicconi –, nell’ambito dell’educazione civica, è partito il progetto ’’Un patentino per lo smartphone’’, volto a sensibilizzare i ragazzi sull’uso di questo oggetto, cui direttamente o indirettamente accedono tutti sin dalla tenera età. Durante un confronto, i ragazzi, con un’ingenuità disarmante, hanno raccontato di far parte di un gruppo Whatsapp in cui in massa, loro come tanti altri, forse l’intero istituto, sono stati inseriti da una persona sconosciuta ai più che si pone l’obiettivo di arrivare a mille partecipanti (al momento sono oltre le 700) con lo scopo di far pervenire loro non solo immagini violente e di chiaro richiamo al nazismo, ma anche numerose gif e video a contenuto pedopornografico. La cosa che ci dovrebbe sconvolgere e fare riflettere – continua la professoressa – è che i ragazzi, nel raccontare questa cosa, non hanno avuto alcuna vergogna, turbamento, disagio o schifo: svastiche disegnate su organi genitali maschili e rapporti sessuali tra bambine loro coetanee e adulti, sono solo alcuni dei contenuti che hanno visto e che qualcuno continua ad avere nel cellulare che tiene con sé notte e giorno. Questo – aggiunge la docente – non è il primo anno che affrontiamo simili questioni e in passato è stato necessario l’intervento della polizia postale".

Secondo Cicconi, si tratta di una deriva che "non avrà mai fine finché ci saranno bambini pronti a farsi sbranare, e questo continua ad accadere perché nessun genitore è in grado di controllare un oggetto così pervasivo come lo smartphone, che il cervello percepisce come una parte del corpo". Di qui l’appello ai genitori: niente smartphone prima dei 14 anni.

"Non è molto, ma sempre meglio dei 9 di adesso. Liberi naturalmente di fare tutto ciò che vorrete. In ogni caso vi esortiamo al controllo (comunque impossibile) e a denunciare quelli che per la legge sono reati".