Migliori ospedali di Italia, Ancona al primo posto nella classifica Agenas. Emilia Romagna al top per i parti

L’azienda ospedaliera marchigiana in vetta insieme all’Humanitas di Rozzano (scelto come privato). Nell’area oncologica svetta l’ospedale di Mestre, l’Azienda Università di Padova, l’Umberto I (Ancona)

Ancona, 26 ottobre 2023 –  Per il secondo anno di seguito l'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche a Torrette di Ancona si conferma come miglior ospedale pubblico d'Italia nel Programma nazionale esiti secondo la classifica dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sviluppato su mandato del ministero della Salute.

Migliori ospedali d'Italia, la classifica Agenas incorona ancona Torrette (Ancona) al primo posto
Migliori ospedali d'Italia, la classifica Agenas incorona ancona Torrette (Ancona) al primo posto

Acquaroli: “Orgoglioso, un grazie a medici e infermieri”

"Sono veramente orgoglioso dell'ottimo risultato della nostra Azienda ospedaliero universitaria delle Marche”. Dice con soddisfazione il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli: "Un risultato non scontato, considerate le criticità che in tutta Italia sta affrontando il comparto della sanità, frutto innanzitutto dell'eccezionale impegno e dedizione di tutti i medici, infermieri e operatori che lavorano quotidianamente al servizio della salute dei cittadini".

L'Azienda ospedaliero universitaria figura al primo posto della classifica insieme all'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (scelto come ospedale privato). Le due strutture hanno riportato una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno sei aree cliniche su un totale di otto (cardiocircolatorio, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologia, osteomuscolare, nefrologia, sistema nervoso, gravidanza).

La mappa dei migliori ospedali in Italia per aree di intervento è fotografata dal Programma nazionale esiti 2023 (Pne) dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ( Agenas), sulla base di vari indicatori. E dal Nord al Sud sono tante le strutture di eccellenza, anche se numerosi sono pure i nosocomi che non rispondono ai requisiti richiesti.

La classifica delle strutture al top per specialità: primo per il cuore è l’ospedale Careggi. L'area cardiovascolare è valutata attraverso 6 indicatori (tra cui mortalità a 30 giorni per infarto e tempestività di accesso all'angioplastica coronarica entro 90 minuti dall'accesso nella struttura di ricovero). È applicata una soglia di volume per struttura per il bypass aorto-coronarico di almeno 360 interventi negli ultimi due anni.

Area oncologica

Nella chirurgia oncologica, il Pne ha analizzato 3 indicatori (tra cui mortalità a 30 giorni per intervento chirurgico per tumore polmone e colon) ed è stato applicato un vincolo per struttura di almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per il tumore del polmone e di almeno 45 interventi per il tumore del colon. Risultano 116 strutture con tutti e tre gli indicatori ma le 4 strutture con livello di qualità molto alta sono: Ospedale di Mestre, Azienda Ospedale Università di Padova, Stabilimento Umberto I - G. M. Lancisi (Ancona), Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma). Sono invece 28 le strutture valutate con livello di qualità alta.

Area osteomuscolare

L'area osteomuscolare è valutata attraverso 3 indicatori (frattura del collo del femore: intervento chirurgico entro 48 ore; intervento di protesi di anca: riammissioni a 30 giorni; intervento di protesi di ginocchio: riammissioni a 30 giorni) ed è stata applicata una soglia di volume per struttura di almeno 80 interventi annui per le protesi di anca e le protesi di ginocchio, e di almeno 65 interventi annui per gli interventi per frattura del collo del femore. Laddove la soglia non venga raggiunta, l'indicatore è stato valutato come di qualità molto bassa. Risultano 338 strutture con tutti e tre gli indicatori valutati; tra queste, 28 raggiungono un livello di qualità molto alto.

In Emilia Romagna più ospedali di qualità alta per la gravidanza

In Italia, 342 strutture rispondono a tutti gli indicatori per l'area gravidanza e parto, di cui 50 raggiungono un livello di qualità molto alto. La regione che presenta però la proporzione più alta di strutture con livello di qualità molto alto è l' Emilia- Romagna (11 strutture su 17, pari al 65%). In 9 regioni, nessuna struttura raggiunge un livello di qualità molto alto: Valle d'Aosta, Liguria, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Il Pne rileva inoltre che un terzo dei punti nascita è sotto il limite dei 500 parti l'anno, mentre la percentuale dei parti cesarei cresce ai livelli del 2017 (23%). Si osserva un minore ricorso al cesareo nei punti nascita pubblici sopra i 1.000 parti l'anno, e una maggiore propensione nelle strutture private. Si registra anche una spiccata variabilità intra-regionale, con strutture che superano il 40% in Campania, Sicilia, Lombardia, Puglia e Lazio.