Città ai 30, la sinistra è spaccata

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 1 agosto 2023 – Bologna è diventata ‘Città 30’. Alla prova dei fatti non è cambiata di una virgola, anzi tutti sfrecciano come prima. Io stesso vivo in una zona 30 e nessuno si sogna di fare i 30, anche perché nessuno controlla. Il sistema dei mezzi pubblici è inadeguato con autobus dove l’aria condizionata è un miraggio. Le emissioni di smog saranno maggiori. Si parla di sostenibilità, ma non c’è nulla di vero. L’etichetta di ‘prima grande città ai 30 orari’ è sicuramente utile in termini elettorali.

Luca Gamberini

Risponde Beppe Boni

Il giro di boa delle prossime elezioni sarà la cartina di tornasole per capire se i bolognesi hanno gradito oppure no la svolta dell'obbligo quasi ovunque in città dei 30 chilometri orari. È più facile che l'amministrazione comunale venga penalizzata anziché premiata dagli elettori. La scelta di rallentare il traffico è stata fatta in buona parte in termini ideologici legati ad un ecologismo spinto e per motivi di marketing, tanto per fare i primi della classe. Vedremo alla prova dei fatti cosa succederà. Per adesso, in assenza di contravvenzioni che partiranno dal 2024, non è cambiato granché: non ci sono kamikaze del volante, né automobilisti che pensano di essere in Formula uno, ma certo il limite dei 30 non è rispettato. Si viaggia come prima, il traffico scorre, nessuno controlla anche perché servirebbe un esercito di vigili urbani col blocchetto delle multe sempre pronto. Bologna su questo provvedimento è politicamente spaccata, i cittadini sono scettici e la sfiducia è diffusa. E c'è anche chi le spara grosse. A Montecitorio l'ex assessore bolognese Andrea Colombo, esperto di mobilità sostenibile, (uno che vorrebbe tutti solo in bicicletta) ha contribuito alla proposta di legge per estendere a tutta Italia il Modello Bologna ai 30 all'ora. Una missione impossibile. A sinistra sono poco convinti anche nel Pd ma intanto Marco Lombardo e Andrea Forlani di Azione Italia parlano chiaro: siamo contrari al modello Bologna. Gli obiettivi del provvedimento sono giusti (meno incidenti, più sicurezza) e siamo tutti d'accordo, ma modalità, strumenti, dinamica del provvedimento, come sottolinea Azione, sono poco efficaci e guidati da pregiudizi.

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