Galeazza, il castello da salvare

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 27 aprile 2024 – Nel punto di incrocio delle tre province di Bologna, Modena e Ferrara nel comune di Crevalcore sorge il Castello di Galezza, che risale al 1300. E' dotato di affreschi e sale splendide e in passato come luogo di vacanza ha accolto anche turisti americani. Anni fa era cominciato il restauro poi i lavori sono stata interrotti e adesso il castello è abbandonato. Il sindaco di Crevalcore ha detto a noi cittadini che il proprietario è un privato che forse ha donato la proprietà ad un vicino convento di suore. E' un capolavoro da salvare, facciano un appello alle istituzioni.

Mara Lenzi

Risponde Beppe Boni

Il castello di Galeazza è un gioiello della pianura che va salvato. E' rimasto purtroppo vittima di traversie economiche dopo il terremoto che lo ha danneggiato. Come un nobile decaduto, dopo antichi splendori, ora è abbandonato. Il Comune di Crevalcore ha ben presente la situazione ma non ha facoltà di intervenire poiché non ne è proprietario. E allora solleviamo il problema, teniamo alta l'attenzione nella speranza che una soluzione si trovi. Un patrimonio del genere che racconta la storia di queste terre va salvato. La parte più antica del castello fu fatta costruire da un audace condottiero, Galeazzo Pepoli, alla fine del 1300. Pepoli è ricordato come protagonista della vittoriosa battaglia di Marino del 1379, dove difese Papa Urbano VI dalle incursioni dei bretoni che volevano installare sul soglio di Roma Clemente VII. Dopo una vita di battaglie il nobil signore decise di ritirarsi da queste parti a vita privata insieme alla moglie e fece erigere la torre più antica. Nel 1870 la torre, il parco e altri edifici vennero acquistati da Alessandro Falzoni Gallerani, un gentiluomo di Cento, che ampliò il castello in stile neogotico. La struttura è arrivata fino ai giorni nostri passando ad altri proprietari e anche grazie alla cura della Reading Retreats in Rural Italy, associazione culturale americana. Poi il terremoto e l'abbandono.

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