Ho notato che sempre più spesso c'è difficoltà ad avere accesso al medico di base in modo diretto. Quasi tutti i dottori di famiglia hanno istituito un'agenda di appuntamenti con orari definiti e tempi di visita contingentati. Talvolta è anche difficile poter avere accesso ad un semplice colloquio perché viene chiesta una mail o un messaggio su whatsapp. La facciamo tanto lunga con la medicina di prossimità poi ci si accorge che è diventato più difficile il contatto diretto con il primo baluardo e cioè il medico di famiglia. Una volta non era così.
Roberto G. Dondi
Risponde Beppe Boni
Prima con
siderazione: ormai è consuetudine diffusa che per una visita dal medico di base bisogna fissare un appuntamento. In ogni caso però il dottore non può comunque rifiutarsi di ricevere un paziente se questo si presenta in ambulatorio per una urgenza senza appuntamento. E' vero, l'accesso ai medici di famiglia è diventato più difficile, più burocratizzato. Lo spartiacque è stata l'epidemia di Covid, da allora molti sanitari hanno chiuso il libero accesso agli ambulatori e si sono affidati all’agenda. No appuntamento, no visita. E' un tema su cui si discute molto anche nell'ambiente dei camici bianchi. Leggete cosa scrive su Quotidianosanità.it, giornale specialistico on line, un medico di base che esercita in Cadore: "La più spettacolare resa delle armi della Medicina generale è la visita su appuntamento. Collocare i pazienti in una lista di attesa è il pietoso scimmiottamento della medicina specialistica ospedaliera e privata. E’ esattamente quello che la medicina di base non dovrebbe essere: venir meno al ruolo di prossimità, di capillarità e vicinanza alla gente". Molti medici non sono d'accordo su queste considerazioni, il dibattito è aperto. Il medico di famiglia dovrebbe essere più flessibile, ma ben coperto da un distretto sanitario efficiente.