ANGELA CARUSONE
Economia

Maltempo e danni in Emilia Romagna: abbattuta la produzione di grano

L’allarme di Confagricoltura: “Il 50% della superficie regionale si è allettata, cioè la pianta si è ripiegata fino a terra a causa di vento e pioggia. Ormai è la normalità, quindi l’attività di adattamento al clima diventa cruciale”

Ferrara, 28 maggio 2024 – Si incurva la produzione di grano in Emilia Romagna: una flessione che si registra per il secondo anno consecutivo, portando la coltivazione sensibilmente al di sotto della media del quinquennio su un’estensione complessiva di 235mila ettari tra grano tenero e duro. L’analisi di Confagricoltura è chiara, e a causa dell’ondata di maltempo il 50% della superficie regionale si è allettata (la pianta si è ripiegata fino a terra a causa di vento e pioggia, ndr) e in alcune province, come Ravenna, Ferrara e Bologna, questa percentuale è anche superiore. 

Il grano allettato per il maltempo a Cesena
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Temporali, raffiche di vento e grandinate hanno sferzato il grano nella delicata fase di formazione delle cariossidi, cioè nel momento in cui si determinano peso e caratteristiche qualitative, entrambi aspetti rilevanti soprattutto per i grani duri e grani teneri di forza.

L'allettamento provoca la stroncatura dello stelo riducendo l’assorbimento delle sostanze nutritive, bloccando quindi lo sviluppo della spiga e aumentando anche il pericolo di attacchi fungini.

"L’allettamento è ormai la normalità, bisogna adattarsi al clima”

“L’allettamento appartiene alla normalità e non all’eccezione - il monito del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini - E così sarà in futuro, quindi l’attività di adattamento al clima diventa cruciale. In generale cala la resa media del grano in Emilia-Romagna, accompagnata da un vero e proprio crollo della superficie coltivata a duro, nell’ordine del - 25% sul 2023. Un dato a dir poco preoccupante per la terza regione produttrice d’Italia che vanta una filiera d’eccellenza della pasta “made in Italy” - sottolinea  Bonvicini -. Vitale è sostenere la ricerca genetica per ottenere varietà resilienti all’allettamento e occorre investire nella crescita professionale del cerealicoltore in modo da prevenire e attenuare gli effetti del cambiamento climatico: favorire la corretta scelta del seme (così da avere piante sane fin dalla germinazione) e l’applicazione di buone pratiche agronomiche (preparazione del terreno e giusta densità di semina), passando per concimazioni azotate che siano ben equilibrate anche nelle quantità e un impiego mirato di fitofarmaci nelle varie fasi fenologiche”.