Emilia Romagna, calano le polveri sottili nell’aria ma aumenta il consumo di legna: ecco perché

Dalle analisi dell’Arpae sul 2022, diminuiscono le polveri ultrasottili (Pm 2.5) nell’aria della regione, ma aumenta la concentrazione di levoglucosano, sostanza prodotta dalla combustione della legna

Bologna, 24 ottobre 2023 – Diminuzione delle polveri ultrasottili (Pm 2.5) in Emilia-Romagna. E' questo che emerge dalle analisi dell'Arpae, nell'ultimo rapporto "Specie chimiche nel particolato (PM2.5) in atmosfera”. Nel 2022, come per l'anno precedente, si rileva un calo delle concentrazioni medie di tutte le specie misurate, oltre che della massa totale dell’indice Pm 2.5.

Aumenta la concentrazione di una molecola nell'aria: è prodotta dalla combustione di legna
Aumenta la concentrazione di una molecola nell'aria: è prodotta dalla combustione di legna

A fare eccezione, soltanto un dato: secondo gli esperti, aumenterebbe la concentrazione di levogluscano, una molecola particolare prodotta dalla combustione di legna. "Una sostanza che, pur non essendo presente in quantità elevate in atmosfera - si legge nel comunicato dell'Arpae - è un importante marker che permette di tracciare la combustione della legna". Il consumo di legna da ardere, dunque, parrebbe aumentato in Emilia-Romagna.

Le aree analizzate

Il rapporto, nato per approfondire la conoscenza delle proprietà degli inquinanti atmosferici e dei loro impatti su ambiente e salute, si basa su quattro aree dell'Emilia Romagna diverse, che rappresentano le tipologie di background urbano e rurale: Bologna (via Gobetti) - area centrale e metropolitana; Parma (Cittadella) - area occidentale e più interna della pianura; Rimini (Marecchia) - area orientale/costiera; Molinella (BO) - area rurale.

L'Arpae fa poi sapere che "anche quest’anno il rapporto viene presentato in forma dinamica/interattiva, consultabile a questo link oppure in pdf scaricabile".

Le specie chimiche 

Le specie analizzate sono carbonio organico ed elementare, ammonio, nitrato, solfato, oltre al levoglucosano, che avrebbe, appunto, registrato i valori in media superiori rispetto a quelli della serie storica disponibile, con concentrazioni più alte soprattutto nella prima parte dell'anno. "Considerando il peso percentuale delle specie sulla massa totale del PM 2.5 - conclude l'Arpae - solo carbonio elementare e solfato mostrano una decrescita costante nell’ultimo triennio, rispetto alla media della serie storica. Al contrario levoglucosano e carbonio organico indicano un arricchimento nella massa del PM2.5 nello stesso periodo".