Emilia Romagna, Bonaccini: "Più lavoro per tutti. Stavolta faremo le opere promesse"

Strade e collegamenti: "Passante di Bologna, Cispadana e Bretella, i cantieri partiranno entro tre anni"

Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna

Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna

Cominciamo dagli ultimi, governatore Stefano Bonaccini. Ieri al Carlino il cardinale Matteo Zuppi ha detto che il modo migliore per trascorrere il Natale sarebbe stare con loro: i poveri, i malati, gli anziani soli, i dimenticati. Come siamo messi in Emilia Romagna con gli ultimi?

"Siamo la Regione che ha la minor diseguaglianza nel Paese, però il problema pesa anche qui. L’appello di Zuppi è innanzitutto rivolto a ciascuno di noi come persone. Il compito della politica e delle istituzioni è invece quello di accorciare queste distanze, rafforzando i servizi e le reti sociali. La pandemia ha creato nuove povertà".

Ma voi cosa avete fatto?

"Le faccio due esempi concreti. Il primo: il diritto alla casa, con il sostegno che garantiamo a chi non riesce a pagare l’affitto, con il fondo regionale che quest’anno abbiamo aumentato a 40 milioni di euro".

Il secondo?

"L’aiuto ai più fragili, agli anziani non autosufficienti e persone con disabilità: abbiamo appena approvato il Fondo regionale per la non autosufficienza che supera il mezzo miliardo di euro, uguale alla cifra che lo Stato stanzia per il resto delle Regioni italiane. la nostra civiltà si misura da come ci prendiamo cura dei più deboli, non solo a Natale".

A proposito di Natale, come sarà il suo?

"In famiglia, con mia moglie, le nostre figlie e i nonni. E domattina andrò prima a salutare i volontari della Croce Blu e poi il personale sanitario impegnato a vaccinare anche durante le feste. Voglio ringraziarli, a nome di tutti".

Il Covid e le misure di ieri prese dal Governo: vanno bene?

"Sì. L’Italia ha scelto la linea del rigore, confermata ieri, fatta di vaccini, green pass e regole di sicurezza: è la strada giusta".

Ha in mente misure specifiche che adotterà la sua Regione ?

"La quarta ondata sta colpendo in modo generalizzato: mai come adesso servono misure omogenee, non si tratta di focolai".

Lei due giorni fa ha festeggiato i suoi primi sette anni da presidente della Regione: gliene restano altri tre. Poi da... grande cosà farà? E promette che non volerà a Roma prima del 2025, cioè prima del fine mandato?

"Guardi, qui devo pensare a oggi. Alle prossime settimane e ai prossimi mesi. Se ciascuno di noi si occupasse bene dell’incarico che ha oggi anziché di quello che vorrebbe avere domani tutto funzionerebbe meglio in questo Paese".

Ci dica allora cosa punta a realizzare di decisivo in questi ultimi tre anni.

"Lavoro, lavoro, lavoro: vogliamo recuperare ogni posto perso durante la pandemia e crearne di nuovi. Stabili e con più diritti, contro il precariato e contro il dramma degli infortuni e delle morti sul lavoro. E poi un salto in avanti nel sistema della formazione: dai nidi all’università, dalle scuole alla formazione permanente".

Lavoro, lavoro, lavoro. Ma tante aziende scappano all’estero, delocalizzano. E per tanti emiliano-romagnoli sarà un Natale di sofferenza, di miseria, con la paura di perderlo il lavoro.

"Con il bilancio 2022-24 della Regione, le risorse nazionali e quelle europee, in Emilia-Romagna avremo investimenti per 17 miliardi di euro, in ogni settore, per la crescita sostenibile e la buona occupazione. Obiettivi che abbiamo messo nero su bianco insieme a tutte le parti sociali. C’è una coesione che non riconosce cittadinanza a chi pensa di poter venire a fare profitti in Emilia-Romagna per poi spostare la produzione altrove dalla sera alla mattina. E in ogni caso, nessun lavoratore qui viene lasciato solo, come dimostra la vicenda della Saga Coffee di Gaggio Montano: la soluzione proviamo a trovarla insieme.Sempre".

Capitolo Motor Valley: sarà una batosta o no per il settore e per l’indotto la rivoluzione elettrico-ecologica del 2035?

"La Motor Valley ha iniziato per tempo a guardare al futuro. Qui abbiamo magnifiche case motoristiche e tutte hanno avviato la progettazione di auto elettriche. Pochi giorni fa all’Expo’ di Dubai, insieme agli studenti dell’Università internazionale dell’automotive abbiamo presentato nuovi modelli di motori ecologici. C’è una transizione da gestire, senza strappi ideologici ma anche senza timidezze: all’Europa e al Governo chiediamo di essere al nostro fianco: investiamo e formiamo".

Infrastrutture, strade, collegamenti. Nel 1956 iniziarono a costruire l’autostrada del Sole e la finirono in pochi anni; oggi le poche opere che si realizzano rischiano di non essere iù attuali. Ci sono tanti esempi anche in Emilia Romagna...

"Abbiamo sbloccato opere ferme da vent’anni, poi ogni volta che cambia il Governo si riparte da capo. Potrei scrivere un libro. Ora siamo nelle condizioni di aprire cantieri: a gennaio chiuderemo finalmente la conferenza dei servizi per il Passante di Bologna e i lavori partiranno nel 2022. Contemporaneamente, se la soluzione concordata per le nuove concessioni autostradali funzionerà, potrà partire la Bretella per Sassuolo e chiudersi la procedura per la Cispadana. Debbono partire tutti i cantieri entro la legislatura, non mollo di un centimetro".

Turismo: due anni complicati. Che fare?

"Non smettere di investire. Perché anche nella crisi pandemica si decide poi chi ripartirà più veloce. Per questo mi convincono i progetti del Governo col Pnrr e come Regione faremo altrettanto sia per sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive, sia per rendere più moderne le strutture e gli spazi pubblici del turismo. E continueremo ad investire su cultura, sport e grandi eventi".

Si profila una catastrofe demografica. Basta fare nidi in più?

"Nidi e materne devono essere davvero per tutti. Noi rafforzeremo la rete dei servizi educativi e delle scuole per l’infanzia (0-6 anni) per garantire l’accesso a tutte le bambine e i bambini, abbattendo progressivamente le liste d’attesa e il costo a carico delle famiglie".

Ma se non si fanno più bambini...

"Il nostro è anche un sostegno alle famiglie, alle coppie che vogliono fare figli, all’occupazione femminile Ma concordo con la sua diagnosi: la natalità è una priorità nazionale e ai giovani non dobbiamo fare sermoni, ma offrire opportunità".