Bologna, 26 giugno 2024 – Stefano Bonaccini ha annunciato stamattina, leggermente commosso, le sue imminenti dimissioni da governatore della Regione Emilia-Romagna. L'annuncio del suo abbandono diventerà sostanziale dall'11 luglio con l'avvio dell'amministrazione provvisoria guidata dall'attuale vicepresidente Irene Priolo e la contestuale sua nomina a europarlamentare ("Mi dimetterò un attimo dopo lo svolgimento del G7 della settimana prossima").

Al voto per l'Emilia-Romagna, secondo nuove indiscrezioni, si dovrebbe andare in una delle prime due domeniche di novembre, il 3 o il 10. Queste le parole di Bonaccini, che è intervenuto in viale Aldo Moro a margine della discussione sul Bilancio regionale. Il discorso finale è stato applaudito con una standing ovation dalla maggioranza. Nessun applauso dalla minoranza.
"Sono stati 10 anni complicati tra pandemia, alluvione, terremoto - ha esordito così Bonaccini -, 10 anni che vedono questa Regione più forte di prima: non so quante altre realtà possono dire la stessa cosa. La popolazione è aumentata di 21mila persone, la forza lavoro è cresciuta di 62mila unità, abbiamo 130mila occupati in più, il tasso di disoccupazione è sceso a meno del 5% e il Pil cresciuto di oltre il 10%: sono numeri impressionanti. Sono molto contento del Tecnopolo di Bologna, la cosa di cui vado più orgoglioso in assoluto. Siamo diventati il sistema più dinamico che vede il suo cuore nella ricerca e nell'innovazione. Ma investire sulle persone resta la nostra priorità - ha aggiunto Bonaccini in aula -, dobbiamo combattere ed eliminare i divari di genere, sociali e territoriali".

Poi il bilancio dei 10 anni è continuato toccando la politica. "Non ho dubbi che chi guiderà l'Emilia-Romagna possa rafforzare e migliorare i rapporti internazionali, per collegarci al mondo dobbiamo costruire ponti, non erigere muri - ha sottolineato il presidente uscente -. Il credito d'imposta non è ancora effettivo per la ricostruzione post alluvione: è incredibile. Con il decreto poi siamo all'elemosina - questa la sferzata al governo Meloni, attaccato anche sul "sottofinanziamento" del fondo Sanità -. Sono stati dieci anni anche di grande soddisfazione, e il centrosinistra oggi governa tante grandi città in più in Regione".
Il saluto ai suoi collaboratori. "In questi cinque anni non c'è mai stata una mezza giornata di crisi, e ringrazio per l'appoggio avuto dal Movimento Cinque Stelle per alcuni provvedimenti - ha continuato Bonaccini -. Ma questi grandi risultati si devono a migliaia di donne e uomini, che da dipendenti della Regione hanno lavorato in maniera eccellente guidandoci in un periodo tremendo. Da parte mio, ho cercato di fare al meglio il mio dovere. Mi auguro che il rispetto che c'è stato in quest'aula in questi anni ci sarà nei prossimi anni. Ma non ditemi che sto scappando: potete dire che sono scarso, ma nessuno può dire che io non ci abbia messo tutto l'impegno e il sacrificio. Sono andato sui territori anche rischiando i fischi, non potete dire che io stia scappando".
Sulla successione. "Chi verrà dopo di me, sarà sicuramente migliore di me. La fortuna di questa regione sono gli emiliani e i romagnoli, che quando cadono si guardano indietro per dare la mano a chi è in difficoltà. Cara Emilia-Romagna servirti è stato un privilegio. Per te ho cercato di starci, ci sono e ci sarò per sempre. Grazie".
Tra i consiglieri comunali, a ringraziare la giunta uscente è stata Silvia Piccinini (Cinque Stelle): "Pur nella diversità di vedute e obiettivi, ringrazio tutti perché penso sia stata un'esperienza positiva, per tutti". Stesso tenore da parte di Valentina Castaldini (Forza Italia): "Grande stima per Stefano Bonaccini, gli auguro di portare avanti il marchio dell'Emilia-Romagna in Europa come l'ha portato avanti nella nostra Regione".