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Omicidio Fano, Anastasiia uccisa con più di 10 coltellate: così è stata massacrata

L’autopsia rivela agghiaccianti dettagli: in casa erano stati trovati un coltello e un taglierino. Emerge che la 23enne temeva per il figlio e aveva chiesto alla madre di prendersene cura in caso di necessità

Fano, 26 novembre 2022 - Più di dieci coltellate, inferte su tutto il corpo di Anastasiia. E’ uno dei particolari che emerge dalla autopsia che si è svolta ieri pomeriggio a Fano sulla salma di Anastasiia Alashri, la 23enne ucraina morta per le ferite di cui è accusato il marito, l’egiziano, ma con cittadinanza anche ucraina, Amrallah Moustafà Alashri, 42 anni, laureato in Storia della letteratura inglese in Egitto, detenuto a Bologna, città in cui è stato arrestato per omicidio volontario. La procura di Pesaro ha chiesto il suo trasferimento.

Anastasiia Alashri, aveva solo 23 anni, era madre di un bimbo di due
Anastasiia Alashri, aveva solo 23 anni, era madre di un bimbo di due

Le armi ritrovate dopo l’uxoricidio sono due: un coltello e un taglierino, e una delle risposte che l’autopsia dovrà dare è se sono state usate tutte e due per infliggere i fendenti. Ieri la madre di Anastasiia, Elina, ha incontrato alla presenza del suo legale, Roberta Giuliacci, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, giunto a Fano per rendere omaggio alla giovane madre uccisa ed ha parlato direttamente con la madre della ragazza.

La questione importante adesso, è l’affido del bambino di due anni, temporaneamente dato alle cure della famiglia del deputato Mirco Carloni. Ed è proprio su questo punto che emerge un particolare importante: in un audio inviato via cellulare da Anastasiia alla madre, pochi giorni prima dell’omicidio, la 23enne esprime la chiara volontà che se per caso il bambino avesse dovuto rientrare in Ucraina o se la situazione della coppia fosse andata complicandosi ulteriormente – l’unione tra Anastasia e il marito egiziano era finita da un pezzo e i rapporti tra i due erano sempre più tesi – lei indicava come figura affidataria appunto la madre. Evidentemente Anastasiia temeva per il bambino, anche se non poteva prevedere la tragedia. E si stava premurando di trovare una persona sicura a cui affidarlo.

"Anastasiia e la madre erano molto unite – dice la legale della famiglia, Roberta Giuliacci, del foro di Pesaro – si sentivano più volte al giorno, e la mattina in cui è stata uccisa la donna si è subito preoccupata".

E’ emerso poi che in Ucraina, pochi giorni fa, era stata fissata anche la prima udienza che aveva in oggetto il divorzio tra Anastasiia e il marito. L’avvocato Giuliacci ha già presentato al Tribunale dei minori di Ancona l’istanza per l’affidamento del bambino ad Elina. La prima udienza, in cui tale istanza dovrà essere esaminata, ancora non ha dato risultati. Per affidare il bambino alla nonna è anche necessario che il Tribunale dei minori emetta un provvedimento di revoca della potestà genitoriale del padre: e anche su questo mancano pronunciamenti.

Intanto si attende l’arrivo in Italia anche del padre di Anastasiia: è impegnato nella guerra in Ucraina, avendo 45 anni. E finché non avrà a disposizione il certificato di morte della figlia, non sarà autorizzato a lasciare il suo paese.