
Un’immagine nei padiglioni di Lineapelle
L’attuale difficile fase congiunturale del settore della conceria e degli accessori nel Fermano ha trovato riscontro anche in un calo dei visitatori dell’edizione 104 appena conclusa a Rho nei padiglioni di Fiera Milano. Al termine dell’edizione numero 104Lineapelle si conferma come un investimento sul futuro per la filiera della moda, del lusso e del design,nel contesto di una congiuntura caratterizzata da una complessa incertezza e da una strutturale difficoltà previsionale 23.800 operatori professionali - tra cui 17.573 buyer (57% italiani, 43% stranieri, provenienti da 112 Paesi) - hanno percorso i padiglioni di Lineapelle 104, rispondendo con una profonda vitalità progettuale a un fisiologico calo degli ingressi che rientra nelle attese conseguenze di una lunga fase economica negativa. Sotto il profilo delle provenienze, da segnalare la minor brillantezza dei visitatori italiani, compensata da una maggior vitalità di quelli stranieri a conferma della vocazione internazionale di Lineapelle e del suo ruolo essenziale nel connettere i top player della filiera: dai grandi gruppi e brand della fashion & luxury industry ai talenti emergenti e alle start up più innovative.
In particolare, risultano significative le performance degli operatori in arrivo da Stati Uniti, Cina, India, Polonia, Brasile, Messico. In flessione Francia, Spagna, Germania. Grande attenzione da parte degli espositori (1.261 tra concerie, produttori di accessori, componenti, tessuti e materiali sintetici, provenienti da 43 Paesi) allo sviluppo di proposte orientate a una evidente valorizzazione della naturalità e di una costante elevazione qualitativa. In termini di destinazioni, nel contesto di un panorama manifatturiero vittima di un consistente rallentamento, la previsione è che il primo mercato a ripartire sarà quello della pelletteria di fascia alta. La visione innovativa di Lineapelle è stata ulteriormente enfatizzata dalla concomitanza sinergica con Simac Tanning Tech, il salone internazionale della tecnologia per i settori della conceria, della calzatura e della pelletteria che a Fiera Milano Rho ha celebrato il traguardo dell’edizione numero 50. Le attuali stime sull’andamento dell’industria conciaria nel primo semestre 2024 mostrano complessivamente un calo del 3,1% in termini di fatturato e del 2,7% nei volumi di produzione rispetto al corrispettivo periodo dell’anno scorso. Dopo aver chiuso il 2023 con una perdita del 6,5% in valore e del 9,5% in volume, anche l’anno in corso non ha registrato grandi cambiamenti nella tendenza di mercato negativa per il settore e per l’intera filiera pelli nazionale.
La persistente sofferenza generalizzata degli acquisti da parte del consumatore, particolarmente rilevante per i beni di consumo moda e arredo (rispetto a servizi e prodotti di tecnologia, per esempio), ha avuto origine dall’ondata inflazionistica scaturita nel 2022 a causa del recupero post-Covid e dell’inizio del conflitto russo-ucraino, ma si è amplificata durante l’anno passato e nei primi mesi di quello in corso, anche a causa delle tensioni mediorientali e delle incerte previsioni politiche in UE (nuovo Parlamento e nuova Commissione UE, elezioni in alcuni importanti Paesi membri) e in USA (elezioni presidenziali a novembre). Il diffuso clima di incertezza sta frenando anche le vendite dei brand dell’alto di gamma, che avevano rappresentato un volano importante per la conceria italiana negli ultimi anni, ma che ora soffrono (quasi) come le altre gamme di prodotto. I flussi italiani di export di pelli evidenziano anch’essi un calo complessivo, con un ribasso dell’1,6% in valore nel periodo gennaio-maggio 2024, a confronto con il medesimo periodo dell’anno scorso.
Vittorio Bellagamba