Giuseppe Cifola non ce l’ha fatta L’imprenditore colpito da malore

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Con la scomparsa di Giuseppe Cifola, 79 anni, la città perde uno dei suoi cittadini che più hanno dato alla comunità. Cifola era stato colto da un malore pochi giorni or sono, mentre si trovava al solito bar, con gli amici di sempre. Era stato necessario l’intervento del 118 e il suo ricovero al ‘Murri’ di Fermo, dove si è spento nel primo pomeriggio di ieri. Un’uscita di scena ‘in punta di piedi’, come ha giustamente rimarcato la Pro Loco elpidiense e l’Accademia Organistica nel porgere l’ultimo saluto all’amico Peppe. Sì perché Cifola era proprio così: un uomo che ha dato tanto alla città, storico protagonista della Contesa del Secchio di cui è stato a lungo segretario, dove ha rivestito il ruolo di Capitano del Popolo, arbitro, è stato pluricampione con i colori biancoverdi della sua Contrada San Martino, ma è stato anche presidente del Circolo Cittadino, assessore alla cultura, dopo aver trascorso una vita in ambito scolastico come segretario.

Un uomo con cui era un piacere per tutti scambiare due parole, dal sorriso gentile, garbato, mai sopra le righe. Non si era mai ripreso del tutto dalla perdita improvvisa della moglie Liana, cui era legatissimo, ma i figli, Daniele e Danilo, pur vivendo all’estero, non lo avevano mai fatto sentire solo, né lo avevano fatto i familiari, né tutti quelli che lo conoscevano e stimavano. "Abbiamo vissuto tantissimi anni insieme. Peppe ha dato tanto a questa città – dice un addolorato Giovanni Martinelli – e per me la sua scomparsa significa la perdita di un grande amico. Lascia un enorme vuoto soprattutto in chi lo ha conosciuto e ha condiviso momenti di spensieratezza e di aggregazione per il nostro paese". "Ciao amico del cuore dell’Ente Contesa – è il saluto della presidente Alessandra Gramigna -. Peppe è stato una delle colonne portanti della Contesa del Secchio contribuendo a farla crescere in maniera esponenziale. Ha dedicato i suoi migliori anni alla organizzazione nel suo insieme, cercando sempre condivisione e aggregazione. La sua storia dovrà essere di esempio per le nuove generazioni verso cui abbiamo l’obbligo di mantenere viva la memoria".