PORTO SAN GIORGIO
"Dai amore vieni a fare sesso con me, ci appartiamo e poi…..". Con queste proposte indecenti due ladre in gonnella avvicinavano le loro vittime e, dopo averle distratte, gli sfilavano orologi, catenine d’oro e portafogli. La cosa, però, non era sfuggita ai carabinieri che, attraverso una complessa indagine e con l’ausilio del riconoscimento fotografico da parte di una delle vittime, avevano incastrato due malviventi già note alle forze dell’ordine per reati analoghi. Entrambe, a conclusione delle indagini, sono state rinviate a giudizio e dovranno comparire davanti al giudice del tribunale di Fermo per rispondere del reato di furto aggravato in concorso. Tutto era iniziato nel settembre scorso quando la coppia di ladre aveva iniziato a colpire a Porto San Giorgio e a Fermo. Poi la denuncia ai militari dell’Arma da parte di un uomo, a cui era stato rubato un Rolex, aveva dato il via ad un incalzante e serrata indagine che aveva portato all’identificazione di due giovani donne. Era emerso così che, con le scuse più disparate, avevano avvicinato diversi uomini, soprattutto anziani, per poi provare a derubarli con la destrezza sviluppata in anni di attività. La tecnica era sempre la solita: le due ragazze, con savoir-faire e sfoderando tutto il loro fascino, cercavano di stabilire un contatto con le vittime, scelte accuratamente, per poi fare proposte sempre più intime, fino a giungere all’approccio sessuale.
Obiettivo arrivare ad avere un contatto fisico, in modo che una delle due potesse continuare ad essere suadente con il malcapitato di turno, mentre l’altra gli sfilava gli oggetti di valore. Come detto ad incastrare definitivamente le due ladre era stato il riconoscimento fotografico da parte di una delle vittime. Le segnalazioni ufficiali che avevano fatto scattare le indagini erano state inizialmente due: una del furto di un portafogli e altra di un uomo che si era visto sfilare il Rolex dal polso.
Poi con, il passare del tempo, gli inquirenti avevano scoperto che i colpi erano molti di più rispetto a quelli emersi in un primo momento, perché, come spesso capita in queste delicate situazioni, chi diviene oggetto di certi raggiri, soprattutto quando c’è un approccio sessuale e intimo, è restio a denunciarli e spesso per vergogna, pudore e per il timore di essere giudicato evita di rivolgersi a chi di dovere.
Fabio Castori