
Paolo Calcinaro e Valerio Vesprini
"Parlare di allarme sicurezza a Fermo è esagerato, ma vogliamo sicuramente questura e comandi provinciali delle forze dell’ordine a pieno organico. E’ un diritto dei cittadini e degli addetti ai lavori, costretti a turni massacranti". E’ il pensiero del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, sul nodo sicurezza e forze di polizia. Un pensiero che non prevede allarmismi, confortato dai numeri e dai fatti: "Se pensiamo soltanto a dieci o venti anni fa, la situazione criminalità è nettamente migliorata. Ricordo che a Fermo, e mi riferisco al centro della città, c’erano rapine, anche a mano armata, un giorno sì e un giorno no. Per non parlare degli chalet che venivano incendiati in continuazione a causa del racket che dettava legge lungo la costa sud marchigiana. Tutte queste realtà sono scomparse grazie al lavoro congiunto delle forze dell’ordine e dei sindaci del territorio. Non che sia la panacea di tutti i mali ma i sistemi di videosorveglianza e i leggi targa alle porte della città sono stati molto utili. La banda di campani che alcuni anni fa ha rapinato "La Fonte della Fortuna", in zona S.Caterina è stata smascherata anche grazie ai numeri di targa registrati dalle nostre apparecchiature". Questo, però, secondo Calcinaro, non vuol dire che bisogna abbassare la guardia o fare finta di niente: "Il problema oggi si chiama Lido Tre Archi ed è soprattutto legato alle bande dei cosiddetti ’maranza’. C’è sicuramente bisogno di una vigilanza fissa. La soluzione del van della polizia che per un certo periodo è stato posizionato nel quartiere ha avuto l’apprezzamento dei residenti. Non sarebbe male neanche istituire un Reparto prevenzione crimine nel Fermano, visto che il più vicino è a Pescara". Calcinaro fa poi riferimento allo spaccio. "Non è un nodo da sottovalutare perché strettamente correlato alla microcriminalità".
Fabio Castori