
Il luogo della tragedia e nel tondino la vittima Giampiero Larivera
Pedaso (Fermo), 6 febbraio 2025 - Omicidio, tentato omicidio e omissione di soccorso. Sono queste le accuse a cui è stato chiamato a rispondere davanti alla Corte d’Appello di Macerata, Silvano Asuni, il 54enne di Monterubbiano protagonista del tragico incidente in cui aveva perso la vita, il suo amico e coetaneo Giampiero Larivera di Pedaso.
Ha preso il via ieri il processo con rito immediato. Nel corso dell’udienza è stata citata l’assicurazione ai fini del risarcimento danni. La famiglia di Larivera, insieme alla Giesse risarcimento danni, rappresentati dall’avvocato Matteo Restuccia, si sono costituiti parte civile, così come un ragazzo di Campofilone assistito dall’avvocato Francesco De Minicis, che quella sera il 56enne avrebbe investito procurandogli lesioni con una prognosi di 30 giorni. Parte civile si è costituito anche l’altro giovane che l’imputato avrebbe tentato di travolgere, assistito dall’avvocato Marco Gradassi. Asuni, difeso dall’avvocato Isabella Capriglia, dovrà comparire nuovamente davanti alla Corte D’Assise il 17 aprile per ascoltare le parti offese e i sei testi della pubblica accusa.
La tragedia di Pedaso
La tragedia si era consumata a Pedaso, nella notte tra il 17 e il 18 maggio. Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore di Fermo, Alessandro Pazzaglia, Asuni avrebbe cercato di investire per tre volte un giovane di Campofilone. Questo giovane, insieme ad un altro gruppetto, aveva assalito Asuni, Larivera, e un altro amico dopo un diverbio iniziato al bar “Settimo Cielo”. Il primo tentativo sarebbe avvenuto davanti al locale, gli altri due nei pressi del giardino “Ragazzopoli” dove si sarebbe poi consumata la tragedia.
Fondamentali per ricostruire quei dieci minuti di follia erano stati i filmati dei sistemi di videosorveglianza acquisiti dai carabinieri. Dalle immagini si vede che il ragazzo di Campofilone riuscì a evitare miracolosamente di essere centrato dalla Volkswagen Golf di Asuni che, disgraziatamente, travolse l’amico. Asuni e i suoi amici quella sera erano stati insieme a cena per una rimpatriata e poi si erano recati al bar “Settimo Cielo” per un’ultima bevuta.
Ricostruzioni
Asuni e Larivera erano scesi dall'auto e poco dopo erano stati aggrediti e colpiti da un lancio di pietre dallo stesso gruppetto di ragazzi che li aveva seguiti. Uno di loro era addirittura saltato sul cofano dell’auto e aveva sfondato in parte il lunotto.
Da questo punto, però, le versioni dell’accusa e di Asuni risultano contrastanti. Secondo quanto dichiarato dall’indagato, era stato lui a temere per la sua vita ed era tornato in auto, convinto che ci fosse anche Larivera. Nel tentativo di scappare, avrebbe accelerato, ma né lui né il passeggero si sarebbero accorti di aver investito qualcuno. Una versione mai avallata dal pm Pazzaglia, che aveva chiesto e ottenuto il processo con rito immediato.