REDAZIONE FERMO

Si chiude un anno difficile per la raccolta di sangue nel territorio

E’ una lettera di auguri amara quella che l’Avis ha mandato a soci e donatori: "Il servizio trasfusionale ha bisogno di medici"

Si chiude un anno difficile per la raccolta di sangue nel territorio, è una lettera di auguri amara quella che l’Avis provinciale ha mandato a tutti i soci e donatori, per dire che il servizio trasfusionale ha bisogno di medici, che le sedi periferiche di raccolta non si aprono da sole, che il rischio è di scoraggiare i donatori di un materiale prezioso e insostituibile, che non basta mai. La presidente dell’Avis provinciale, Elena Simoni, insieme con Giovanni Lanciotti, spiega che molti sono stati gli incontri con l’Ast di Fermo, la disponibilità c’è ma i concorsi e le procedure burocratiche per arruolare medici e per nominare il primario del servizio trasfusionale sono partiti tardi: "Le grandi criticità che Avis sta vivendo si sono manifestate in particolare negli ultimi mesi dell’anno, con conseguente calo delle donazioni nei centri di raccolta periferici che sono cinque: Amandola, Montegiorgio, Montegranaro, Porto S. Giorgio e S. Elpidio a Mare, un grande ringraziamento va a tutti i 4 mila e 500 donatori, ha detto Elena Simoni nel corso dell’assemblea provinciale che si è tenuta nei giorni scorsi, per la disponibilità a recarsi dai loro diversi paesi presso il centro trasfusionale di Fermo. Per dimostrare la nostra gratitudine e vicinanza abbiamo inviato a tutti un messaggio per spiegare quali siano le motivazioni, non imputabili ad Avis, delle frequenti chiusure insieme agli auguri di buone feste. In attesa dell’attuazione degli impegni presi dalla Direzione Ast per il prossimo mese di gennaio, saremo sempre al fianco dei nostri donatori augurando ad essi e alle loro famiglie un sereno Natale e un proficuo nuovo anno". Sono solo due i medici in servizio, per un settore che copre anche servizi fondamentali dell’ospedale, per questo in centri come Porto San Giorgio si raccoglie il sangue una giornata sulle quattro previste, con un certo malessere per i donatori e il rischio di perdere la vicinanza sempre dimostrata.