Ora in trincea con l’elmetto sperando di salvare la categoria

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Se non si vince giocando per un’ora in 11 contro 10, e anzi, si vanno a rimediare tre gol al passivo, quando mai si potrà tornare ad assaporare un successo pieno? E’ più che amaro, il calice del derby, terzo stop consecutivo e secondo al "Paolo Mazza", fortino ormai decaduto a dispetto di una curva da 10 e lode, quella sì grande vincitrice della sfida.

Certifica ufficialmente che anche quando l’impegno è massimale, e la prestazione meno peggiore di altre, la Spal proprio non va avanti: e ora ci si dovrà mettere in trincea con l’elmetto e il coltello tra i denti per salvare la categoria, sperando che la società corregga - più pesantemente del previsto, forse - l’organico sul mercato di gennaio. Non si vedono altri approdi possibili, al di là dell’ottimismo di De Rossi e Tacopina.

Si prospetta la quarta stagione di seguito di sofferenza estrema, e i tifosi accanto agli elogi meritano soddisfazioni che mancano dall’estate del 2019. De Rossi ha schierato in avvio una Spal "giusta". Ha preferito Proia e Valzania a Maistro, e ci sta, così rispettando le prerogative dei suoi uomini, con un assetto più equilibrato rispetto a Brescia. Nella ripresa sotto di un gol e con l’uomo in più ha preso più rischi per avere trazione offensiva ed è stato ripagato da Tunjov, che in fascia con le sue rasoiate ha tagliato la difesa ospite e regalato due reti a Moncini.

Meno gioie gli sono venute dal cambio Meccariello-Valzania, dettato dal desiderio di non lasciare tre difensori centrali contro un solo attaccante e di non rischiare il secondo giallo all’ex leccese, ammonito già al 9’.

Ma al di là di un momento senz’altro poco fortunato, leggi autorete di La Mantia, la Spal sconta una costruzione con precisi limiti, che obbligano a schierare giovani (anche bravi) sul centro della difesa, esterni non sempre adeguati alla bisogna, e comunque difensori di estrazione, privi del guizzo per saltare l’uomo ed armare i cannoni. Mentre nella parte avanzata del centrocampo il solo Maistro ha fin qui offerto gol e qualche prestazione di livello.

Bisognerà ritoccare per bene l’organico a gennaio, se ci si vuole salvare, altro che playoff. La coda della classifica ha iniziato a muoversi, e la Spal rimane ferma al palo da troppo per non dover tremare. Dietro, di rivali ne sono rimaste davvero poche.

Mauro Malaguti