Forlì, 11 dicembre 2009 - Un codice etico per incoraggiare il rispetto dei diritti dei lavoratori. E’ una delle conseguenze dell’inchiesta in corso sul mobile imbottito forlivese, di cui hanno dato ampio risalto sia la stampa che la tv, con la trasmissione Report. La sottoscrizione dell’intesa che riguarda il settore manifatturiero della nostra provincia, con particolare riguardo al mobile imbottito e al calzaturiero, è la proposta scaturita dall’incontro tenutosi ieri mattina in prefettura, a cui hanno partecipato gli attori istituzionali e tutti gli altri soggetti a vario titolo interessati, dall’amministrazione provinciale ai comuni coinvolti, la Camera di commercio, le associazioni di categoria e i sindacati.
«La proposta, il cui contenuto le associazioni si riservano di sottoporre ai propri aderenti — precisa una nota delle prefettura — prevede un Codice Etico finalizzato anche al rispetto dei diritti dei lavoratori che, accanto ad impegni volti al rispetto dei principi della concorrenza, lealtà, legalità e qualità, contempla specifici obblighi cui si vincolano le associazioni per conto delle imprese rappresentate».
Secondo l'intendimento di tale formula, le conseguenze dell’adesione sarebbero imperative sotto il profilo contrattuale tanto per le stesse aziende che lo sottoscrivono quanto per i rispettivi fornitori, subfornitori e contoterzisti. «In tale ottica, accanto alla previsione per le imprese di ricorrere ai finanziamenti pubblici, si è convenuto sull’essenzialità di una ulteriore intensificazione di controlli coordinati e congiunti già da tempo attivati sul territorio sotto la regia della prefettura e in stretto collegamento con il Cles, il Comitato per l’emersione del lavoro sommerso». Intanto il settore del mobile imbottito è ancora in agitazione, dopo che nella puntata di Report andata in onda domenica sera, le due imprenditrici che hanno denunciato le irregolarità, Elena Ciocca e Manuela Amadori, hanno sostenuto che gli imprenditori locali non offrono più lavoro alle loro ditte. Solo un imprenditore romano ha accettato di fare un considerevole ordine di salotti.
Infine ieri la Camera ha votato all’unanimità la proposta di legge a tutela del Made in Italy ed in particolare a difesa del tessile, della pelletteria. Ma anche su questo provvedimento si scatenano le polemiche a livello locale. Mentre l’on.Gianluca Pini (Lega Nord) sostiene «che poche altre volte la politica sia stata in grado di dare una risposta così rapida ad un problema reale e drammatico per la nostra realtà forlivese come la concorrenza sleale, specialmente quella cinese», i Verdi ribattono: «La proposta non serve molto a fronteggiare quanto sta verificandosi nel settore del mobile imbottito nel Forlivese perchè i divani vengono realizzate in Italia e la legge è quindi inefficace perchè non contrasta la realizzazione di prodotti in contrasto con le norme della concorrenza e del lavoro sottopagato o in nero». Controreplica di Pini: «Sbagliato: non hanno neppure letto il testo del provvedimento».
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