PAOLA MAUTI
Cronaca

Corso Mazzini: "Stranieri e sicurezza?. Qui non sono problemi. Ma il rilancio serve"

L’associazione ‘Idee in corso’: "Gli immigrati lavorano e sono integrati. Ma va cambiata la percezione del borgo, con gli investimenti". Gozzoli, Balelli, Stradaioli, Minoia: nel commercio tanti addii.

Corso Mazzini: "Stranieri e sicurezza?. Qui non sono problemi. Ma il rilancio serve"

Corso Mazzini: "Stranieri e sicurezza?. Qui non sono problemi. Ma il rilancio serve"

Come si arriva in corso Mazzini, nello storico borgo San Pietro in pieno centro storico, basta uno sguardo per cogliere due aspetti: il gran numero di vetrine oscurate e vuote, per attività commerciali ormai dismesse e, accanto a queste, per lo più sotto i portici, la presenza di piccoli negozi, soprattutto di generi alimentari o dedicati a riparazioni di sartoria, gestiti da stranieri. Per la maggior parte, africani e asiatici. Si tratta, infatti, di una delle zone del centro cittadino che, in qualche modo, rappresenta il tratto multietnico della città. Una realtà che è considerata, almeno nella percezione dei forlivesi che non abitano qui, un elemento problematico.

La situazione, in realtà, è un po’ diversa. "Gli stranieri sono arrivati un po’ per volta e si sono perfettamente integrati: lavorano tutti e, adesso, qualcuno comincia anche ad acquistare casa. Gli abitanti del quartiere lo sanno bene e la convivenza non desta alcun problema". Lo afferma Donatella Piccioni di ‘Idee in corso’, un’associazione che, tra l’altro, si batte proprio per sfatare il pregiudizio secondo il quale questa parte del centro, per la presenza di molti stranieri, sarebbe poco sicura e inospitale. E Donatella ricorda l’episodio della rissa a colpi di ascia di qualche mese fa: "È stato l’unico fatto di cronaca che ha lambito il corso e che, peraltro, è accaduto nell’ultimo tratto, praticamente in piazza Saffi".

Come, allora, si può animare corso Mazzini? ‘Idee in corso’ è attiva dal 2019: "Fu Marco Ravaioli, assessore al centro storico, che propose a noi e all’associazione Regnoli 41 un progetto che si chiamava ‘Forlì Città SiCura’, per promuovere l’idea secondo la quale un quartiere diventa più sicuro se le persone partecipano alle iniziative e non ne sono semplici fruitori passivi, dei meri consumatori. Un concetto di sicurezza che comprende l’integrazione e la partecipazione". Con un finanziamento della Regione, nell’ambito dell’iniziativa ‘Il bello che non ti aspetti’, il primo progetto dell’associazione si intitolava ‘Particolari’, poi riproposto negli anni successivi. Tra le iniziative dell’associazione c’è stato anche ‘passeggiate con Fido’, per sensibilizzare i padroni alla raccolta delle deiezioni dei loro cani, i ‘Mazzini Buskers’, due giorni con artisti di strada in cinque diversi punti lungo il corso.

Intanto, però, nell’ultima manciata di anni, sono almeno una decina le attività commerciali che, in corso Mazzini, hanno chiuso i battenti. Alcuni storici negozianti si sono trasferiti, come Paolo Minoia, che ha riaperto in corso della Repubblica, o come la farmacia Giovannetti, che adesso si chiama ‘San Domenico’ e si trova in via Colombo. Altre attività hanno proprio chiuso, come la gioielleria Gozzoli, l’ottica Stradaioli, la sanitaria Sampieri, la pasticceria Balelli, L’orologiaio, la boutique ‘Il salvagente’. Mentre resistono le due botteghe storiche, Savorani e la coltelleria Compostella. Le motivazioni? Certamente l’apertura dei centri commerciali in periferia. Poi, gli affitti troppo alti. Ma, accanto a questo, c’è, come lamentano dall’associazione, la mancanza di adeguati investimenti nel centro storico.

"Tutta l’attenzione dell’amministrazione è concentrata su quello che noi chiamiamo ‘il quadrilatero vip’ – dice Flavia Foglietta, presidente dell’associazione – che parte da via delle Torri, con piazza Cavour, lambisce il primo tratto dei corsi Garibaldi e Diaz e comprende piazza Saffi: gli investimenti del Comune sono concentrati tutti lì". Per la verità è in vista un progetto importante che dovrà essere completato entro il 2026, la ricostruzione (dopo la demolizione, ormai imminente) della scuola media ‘Maroncelli’ di via Felice Orsini, traversa del corso: "Bisogna affrettare i tempi, perché la zona intorno all’ex scuola è diventato un luogo di spaccio e degrado".

Cosa chiede l’associazione? "In primo luogo, un’attenzione al decoro: la raccolta differenziata ha certamente funzionato dal punto di vista della salvaguardia dell’ambiente – dice Foglietta –, ma va organizzata meglio, perché i cassonetti restano tutto il giorno sulla strada. E, per ottenere un comportamento più civile da parte dei cittadini, vanno fatte campagne di responsabilizzazione, perché la strada sia percepita come un bene comune. Va curato l’arredo urbano, con la manutenzione delle piante installate lungo i marciapiedi. Andrebbe riconsiderato il doppio senso di marcia, di autobus e auto private. E, non meno importante, ci vorrebbe anche una campagna di comunicazione che sfati la demonizzazione di questa area del centro cittadino". E, per aiutare i commercianti stranieri ad arredare i loro locali e le vetrine secondo i nostri standard, Donatella e Flavia suggeriscono l’organizzazione di corsi di formazione ad hoc destinati a loro.

La sede dell’associazione è, adesso, al civico 26 della galleria Mazzini, in un locale, visti i canoni troppo alti, preso in comodato d’uso gratuito. Una soluzione, dunque, necessariamente provvisoria, che è stata adottata anche dal giovane imprenditore Cesare Bicchietti, che ha recentemente aperto, nella galleria che in passato era considerata simbolo di degrado, una sala di registrazione. Poco lontano, un suo amico ha avviato uno studio di grafica ed effetti speciali per video musicali: ci potranno restare finché i proprietari non troveranno soluzioni più convenienti, ma, forse, rappresentano un timido segnale di rinascita.