Da molti mesi i quartieri colpiti dall’alluvione continuano a chiedere certezze: le fogne sono pulite? I fossi sono pronti ad accogliere le piogge? E, soprattutto, c’è la garanzia che quello che è successo lo scorso maggio non si ripeterà più? Il Comune, insieme a Hera (che ha la competenza delle reti fognarie nere e miste) e alla società Dedalo (a cui fa capo la cura delle reti bianche e dei fossi), è pronto a dare qualche risposta alle tante domande dei cittadini.
FOGNE PULITE
"In questi mesi – ribadisce l’assessore alle politiche ambientali Giuseppe Petetta – abbiamo fatto un lavoro immane, coordinato attraverso il Centro operativo comunale, e tuttora stiamo operando nei territori interessati dall’alluvione. I tecnici di Hera e Dedalo hanno operato fino a 20 ore al giorno e possiamo assicurare che le reti fognarie e i fossi sono a oggi funzionanti e in ordine, come è stato dimostrato anche nel corso delle verifiche che abbiamo fatto nei giorni scorsi, anche alla presenza dei coordinatori di quartiere e dei cittadini".
Il geometra Giorgio Miccoli di Hera, poi, entra nel dettaglio del lavoro fatto da maggio a oggi: "Nel periodo di massimo impegno hanno operato fino a 40 autospurghi al giorno. La flotta era costituita, oltre che dai fornitori abituali, anche da aziende provenienti da varie parti d’Italia. L’attività di espurgo è stata ripetuta più volte, contestualmente alla prosecuzione degli interventi su strade e abitazioni che, inevitabilmente continuavano a riversare fango nel reticolo fognante. Le ore di lavoro complessive degli autospurghi ammontano a circa 10.000. Complessivamente sono stati canalizzati e ispezionati 130 chilometri di fognature e oltre 5.000 pozzetti,griglie e bocche di lupo. Non solo: a seguito dell’alluvione sono rimaste danneggiati reti, pozzetti e sistemi di raccolta delle acque meteoriche su cui sono stati eseguiti circa 220 interventi di riparazione. Hera è intervenuta su una decina di impianti riparando o sostituendo quadri elettrici e apparecchiature di sollevamento o automazione".
FUTURO DA RIPENSARE
L’assessore Petetta, però, non può dare garanzie sul domani: "La rete fognaria è stata realizzata oltre 50 anni fa, e sappiamo che non può sopportare agevolmente i temporali particolarmente intensi che oggi sono sempre più ricorsivi a causa del cambiamento climatico. È comprensibile la paura delle persone, ma dobbiamo riconoscere che ci troviamo di fronte a un deficit strutturale, una criticità che condividiamo con il resto d’Italia. È un problema enorme che non può essere risolto in tempi brevi".
Anche se non è possibile fornire una tempistica o dettagli certi sull’adeguamento del sistema fognario, però, sono già in corso degli studi, come puntualizza Miccoli di Hera: "Lo scorso anno, prima dell’alluvione, abbiamo commissionato all’Università di Bologna la realizzazione di un modello che ci consentirà di fare delle simulazioni ad hoc per comprendere quali tratti fognari hanno particolarmente bisogno di un adeguamento, in vista di futuri interventi mirati".
LA CURA DEI FOSSI
Anche la geometra Donata Ravaglioli di Dedalo dà conto delle operazioni fatte fino ad ora: "Abbiamo risagomato e pulito circa 140 chilometri di fossi. In alcuni punti il fango sovrastava la riva del fosso stesso, ad esempio a Villanova, ed è stato necessario l’utilizzo di moltissimo tempo per procedere anche solo di pochi metri. I fossi, comunque, sono stati risagomati anche nei punti in cui il fango era assente e sono state ridate le opportune pendenze necessarie a far sì che le acque riescano a confluire, soprattutto quando inizieranno le piogge invernali. Nel contempo abbiamo incominciato anche a pulire tutte le tombinature che sono state fatte negli anni sui fossi a cielo aperto per consentire l’accesso alle abitazioni. Abbiamo inoltre seguito anche tutte le operazioni di rimozione dei fanghi depositati su pertinenze stradali. Abbiamo compiuto anche un lavoro certosino su chiamata diretta dei cittadini".
VIA IL FANGO DALLE STRADE
I lavori a cura di Dedalo sono ancora in corso: "Proprio in questi giorni si sta eseguendo l’importante operazione, in assistenza ad Alea, che consiste nel raccogliere tutti i rifiuti e di conseguenza stiamo cercando di caricare sugli automezzi quel che rimane del fango che a tutt’oggi esce ancora dalle proprietà. Abbiamo sul territorio due squadre che operano con bobcat, autocarri ed escavatori che caricano terra sui sugli autocarri: portano tutto nelle zone di conferimento autorizzate. Abbiamo quotidianamente 1 o 2 camion autospurghi che stiamo utilizzando per sondare le fogne nei punti nei quali ci sono state criticità, soprattutto dopo l’evento del 15 settembre. Siamo anche all’opera sui pozzetti: parliamo di un totale da inizio alluvione di circa 15.000 pozzetti. E le operazioni andranno avanti ancora per tre o quattro mesi".