Finanza, verifiche alla dogana sul pianoforte dipinto

Un pianoforte dipinto da Edward Burne-Jones, mai esposto prima, arriva da un paese non UE. Grazie a una "temporanea importazione", esente da dazi e Iva, e al controllo della Finanza per il materiale in avorio, tutto è regolare.

Finanza, verifiche alla dogana sul pianoforte dipinto

Finanza, verifiche alla dogana sul pianoforte dipinto

Molti visitatori sono già rimasti colpiti, fin dalle prime ore dall’apertura, dal pianoforte dipinto dal preraffaellita Edward Burne-Jones, un pezzo proveniente da una collezione privata inglese mai esposto prima. Ebbene, dietro l’arrivo di un’opera così particolare c’è un meccanismo complesso di burocrazia e rapporti internazionali. Lo hanno chiarito la Guardia di Finanza di Bologna e l’agenzia delle Dogane di Forlì, con una nota congiunta: innanzitutto, il pianoforte arriva da un paese che non è più membro dell’Unione Europea. La sua spedizione è stata considerata "temporanea importazione", dunque gli organizzatori sono stati esonerati dal versamento di dazi e Iva.

Ma non solo: all’arrivo del capolavoro era presente un nucleo della Finanza perché, tecnicamente, i tasti dello strumento sono in avorio. Ovvero un materiale proveniente da un animale (l’elefante) che rischia l’estinzione. Questa tipologia è soggetta al controllo ai sensi dell’accordo internazionale sul commercio delle specie a rischio. Ovviamente tutto è risultato regolare.