SOFIA NARDI
Cronaca

Flamigni, il ginecologo femminista: "Educhiamo gli uomini di domani. Così mio marito ruppe un tabù"

La vedova del professore spiega come è nato il convegno che si svolgerà domani nel salone comunale

Il compianto dottor Carlo Flamigni con la moglie Marina Mengarelli

Il compianto dottor Carlo Flamigni con la moglie Marina Mengarelli

Forlì, 16 febbraio 2024 – È stato un (grande) ginecologo femminista, senza mai avere paura di un aggettivo troppo spesso caricato di accezioni negative o derisorie, ma è stato anche molto di più: Carlo Flamigni, scomparso nel 2020, si è occupato di bioetica e diritti, indagando a fondo ogni piega della società. Domani dalle 10.30 nel salone comunale è in programma un convegno che ha come fulcro la presentazione del primo degli otto volumi de ‘Il diritto di pensare. Storia della disputa delle donne’, ultima opera del medico forlivese. La mattinata è organizzata dalla Consulta Laica Forlivese, in collaborazione con Consulta di Bioetica, Nuova Civiltà delle Macchine, Auser, Un Secco No, Minerva, Voce Donna, Istituto Laici Italiani, Cgil, e altri ancora. I relatori sono la docente Unibo di Storia delle scienze Valeria Paola Babini, Thomas Casadei, professore ordinario di filosofia del diritto, Maurizio Mori, presidente della consulta di Bioetica Onlus, e Roberta Pederzoli, prof. associata del Centro di studi per la mediazione e traduzione di opere per ragazzi/e.

di SOFIA NARDI

Marina Mengarelli Flamigni, vedova del professore, membro dell’associazione Luca Coscioni e Consulta di Bioetica, come è nata l’idea del convegno?

"Tutto è partito in seno alla Consulta Laica, della quale Flamigni è stato presidente e fondatore e lo spunto arriva proprio dal suo ultimo libro, opera vastissima alla quale ha lavorato negli ultimi tre anni della sua vita, poi pubblicato nel 2020 poco prima della sua scomparsa".

Qual è il tema de ‘Il diritto di pensare’?

"Ha voluto ricostruire la cosiddetta ‘disputa delle donne’: è un excursus storico della storia femminile attraverso i secoli. Quest’anno il focus sarà sul primo volume, nell’ottica di proseguire con gli altri sette".

Quale aspetto approfondisce?

"Un argomento che purtroppo è di grande attualità: la violenza. Proprio perché ne percepiamo l’importanza, abbiamo deciso di coinvolgere gli studenti".

In che modo?

"Organizzando un concorso rivolto ai ragazzi e alle ragazze delle superiori che sono invitati a leggere il libro per poi arrivare alla redazione di un testo. In palio ci saranno due borse di studio. La volontà è quella di invitare i giovani a una riflessione seria su un argomento cruciale".

Flamigni ha sempre affrontato nei modi più diversi la questione femminile. Cosa l’ha spinto, negli ultimi anni, ad addentrarsi in un’analisi storica?

"Credo volesse cercare le radici del problema. A volte commettiamo lo sbaglio di fermarci all’oggi e non riflettiamo su quali siano le gambe sulle quali camminiamo. Ecco: lui aveva capito che dobbiamo farci un esame di coscienza collettivo per capire la genesi di questa grave malattia e individuarne, così, la cura".

Per gli uomini a volte è più difficile fare un’autoanalisi?

"Forse, ma è molto importante che siano coinvolti. Certo, non tutti gli uomini sono violenti, ma tutti gli uomini dovrebbero osare un approfondimento, dato che questo non è un tema che riguarda solo le donne, ma coinvolge tutti. Mi piace ricordare che Carlo è stato forse il primo uomo a sottoscrivere la tessera Udi, rompendo un tabù e dimostrando che tutti possono essere femministi, a prescindere dal genere".