
Si dice spesso che lo sport è importante per l’educazione dei giovani, portatore di valori e di esempi. Purtroppo, però,...
Si dice spesso che lo sport è importante per l’educazione dei giovani, portatore di valori e di esempi. Purtroppo, però, la disciplina più praticata – il calcio – è spesso contrassegnata da varie polemiche. Eppure un modo diverso di giocare (nel vero senso della parola) è possibile. Lo hanno dimostrato proprio due realtà giovanili del Forlivese, nel corso del 2024 che ci accingiamo a salutare.
A marzo, formazione under 15 della Fratta ha avuto l’occasione più lampante per segnare: un calcio di rigore. Al campo di Capocolle (Bertinoro) la partita contro la Sampierana è ferma sullo 0-0. Luca Polidori, 27enne giovane allenatore, dà un’indicazione chiara: quel rigore va fallito. Appositamente. Perché l’arbitro si è sbagliato, il fallo non c’era. Così uno dei baby calciatori tocca debolmente la palla, che rotola tra le braccia del portiere avversario. "Avevamo appena perso una partita per un episodio dubbio – ha spiegato il tecnico –. Ma fare la cosa giusta conta più del risultato. I ragazzi sono stati d’accordo". La partita è terminata 0-0: quel rigore era decisivo, ma meglio così.
È ancora più giovane Axel Zavatti, 12 anni: a giugno difendeva la porta del suo Vecchiazzano in un torneo della categoria Esordienti. Gli avversari del Faenza segnano il gol del 2-2, ma l’arbitro lo annulla per un presunto fallo subìto proprio da Axel. Il quale sa che l’azione si è sviluppata in maniera diversa: è stato lui stesso a non trattenere il pallone, poi insaccato da un rivale. E allora lo confessa all’arbitro, probabilmente coperto: "Colpa mia, il gol è buono". Viene convalidato. Ad Axel il premio Fair Play.