OSCAR BANDINI
Cronaca

Eolico, il Tar riapre i giochi. Ma i lavori possono continuare

L’impianto di Monte Giogo di Villore (Firenze) insiste visivamente anche sul nostro versante. Verdetto il 19 dicembre. L’azienda precisa: “Autorizzazioni tuttora valide”

Una manifestazione di protesta contro il nuovo impianto eolico

Una manifestazione di protesta contro il nuovo impianto eolico

Forlì, 10 settembre 2023 – Il Tar della Toscana si pronuncerà sull’impianto eolico industriale di Monte Giogo di Villore il 19 dicembre prossimo. Esultano le associazioni civiche dei paesi dell’Appennino, nonché gli ambientalisti, che sperano in una decisione che cambi il destino dell’area lasciandola intatta. Le pale sarebbero prossime al confine con l’Emilia-Romagna e in particolare con i comuni di Portico e San Benedetto e Premilcuore, visibili anche dal territorio forlivese. I lavori, tuttavia, non sono stati sospesi in attesa che il tribunale amministrativo regionale si pronunci. A precisarlo è l'azienda proponente, Agsm Aim di Verona, con una breve nota: “I lavori possono quindi proseguire in quanto le autorizzazioni non sono sospese e sono dunque valide ed efficaci”.

Il Tar avrà poi tre mesi di tempo per approfondire, anche attraverso la consulenza di tecnici, tutto il procedimento che ha portato il Consiglio dei ministri durante il Governo Draghi a dare il via libera un anno fa a questo progetto che interferisce visivamente anche con l’area dell’Acquacheta nonostante i numerosi no della Soprintendenza della Toscana in base a "criticità e significativi impatti negativi sotto il profilo ambientale con particolare riferimento alle componenti paesaggistiche" come viabilità d’accesso, cantieristica, piazzole ed anche in "relazione agli elementi valoriali della percezione visiva". Un impianto della potenza complessiva pari a 29,6 MW proposto dall’azienda Agsm Aim Spa di Verona, localizzato nei comuni di Vicchio, Dicomano, San Godenzo e Rufina nell’Appennino tosco-romagnolo a 1.000 metri di quota e che ricade per opere accessorie anche in siti protetti della Rete Natura 2000 tra i quali quelli dell’Acquacheta e del Monte Gemelli-Monte Guffone in provincia di Forlì-Cesena e nelle aree montane della provincia di Ravenna.

Ma i no erano stati numerosi a partire dal Parco nazionale delle Foreste casentinesi monte Falterona e Campigna e Comune di San Godenzo oltre ai pareri negativi dei Comuni di Marradi, Portico San Benedetto, delle Unioni dei Comuni della Romagna Forlivese, del Valdarno e della Val di Sieve per finire alla Soprintendenza per le Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini senza dimenticare le battaglie di Vittorio Sgarbi, fin da prima che entrasse nel governo Meloni. La necessità di aumentare in modo esponenziale la quota di energia da fonti rinnovabili per l’Italia e le urgenze dettate dal Pnrr, favorì invece il via libera alla costruzione di questo grande impianto sull’Appennino.