
Influenza nei bambini: "Il picco sta arrivando. E ci sono già ricoveri per i più piccoli"
Dottor Enrico Valletta, primario di Pediatria al Morgagni-Pierantoni, da voi arrivano i bambini con i sintomi più severi: qual è ad oggi la situazione generale?
"Stiamo vedendo un crescendo di accessi, perlopiù dal Pronto Soccorso e prevediamo un aumento che raggiungerà il picco tra una o due settimane".
Si tratta di accessi legati all’influenza stagionale?
"Perlopiù all’ingluenza di tipo A".
Il Covid come si colloca in questo panorama?
"È molto diffuso. Ogni giorno riscontriamo tamponi positivi, soprattutto nei bambini molto piccoli, ma non si deve fare l’errore di pensare che siano loro a contrarlo di più: semplicemente è facile che i genitori siano allarmati da sintomi respiratori severi e febbre alta e si rivolgano al Pronto Soccorso. La sensazione generale, anzi, è che il Covid stia girando molto in ogni fascia di età".
Avete più accessi legati al Covid o all’influenza di stagione?
"Attualmente all’influenza, semplicemente perché il Covid era in giro già da diverse settimane".
State procedendo anche a dei ricoveri?
"Non così frequentemente: in molti casi si fa la diagnosi e poi i pazienti possono rientrare a casa. Procediamo al ricovero soprattutto con pazienti di età inferiore a un anno che hanno difficoltà respiratorie importanti. Sono capitati anche ricoveri dovute a complicanze batteriche broncopolmonitiche legate all’infezione virale".
Quanto dura mediamente il ricovero?
"Due o tre giorni, dopodiché i sintomi si alleviano".
Dal suo punto di osservazione ha l’impressione che gli accessi quest’anno siano superiori alla media?
"Sì, direi di sì. Del resto dobbiamo pensare che una volta avevamo una sola influenza e oggi ne abbiamo tre: l’influenza stagionale classica, il Covid e il ‘Vrs’: il Virus Respiratorio Sinciziale che colpisce i bambini molto piccoli e che stiamo vedendo diffondersi parecchio in queste settimane".
Si tratta di infezioni virali, quindi non utilizzate antibiotici. Come procedete?
"L’antibiotico ha senso solo nel caso di complicanze batteriche. Se necessario si utilizzano macchinari per sostenere la respirazione e, in alcuni casi specifici, si somministrano antivirali".
Dice che il picco non è ancora arrivato. C’è l’eventualità che vi possiate trovare in difficoltà nel fare fronte agli accessi?
"Impossibile prevedere il futuro, ma direi che saremo in grado di far fronte alle necessità. Siamo ben attrezzati e possiamo contare su una rete ospedaliera in cui le strutture possono sostenersi a vicenda in caso di bisogno: è una ricchezza che ci fa sentire tranquilli".
Sofia Nardi