
Tensione lunedì scorso in via Gramadora, tra forze dell’ordine e operai in sciopero (Frasca). ; sopra, Francesco Minutillo
All’indomani del vertice in Prefettura (e alla vigilia di un altro, oggi), Sofalegname fa il punto della situazione, intervenendo pubblicamente per la prima volta, con una nota dell’avvocato Francesco Minutillo. Ammette le "criticità attuali" e fa riferimento alle "necessità di riorganizzazione purtroppo improcrastinabili". Un "piano di ristrutturazione sulla base di valutazioni oggettive". A caldo, martedì sera, il sindacato Sudd Cobas aveva parlato di 18 licenziamenti: "Potrebbe comportare l’esubero di 18 dipendenti", si legge effettivamente nella nota aziendale.
Ma l’avvocato Minutillo considera "una ricostruzione parziale o distorta" quella riferita da Sarah Caudiero, che aveva accusato Sofalegname di voler licenziare "i lavoratori sindacalizzati" e in particolare "i pakistani". Secondo il legale, gli esuberi sono "individuati secondo criteri tecnici pienamente rispettosi della normativa in materia di lavoro e in coerenza con i principi di imparzialità e proporzionalità tra cui l’anzianità di servizio e la specializzazione". E rivendica che "l’azienda ha comunque offerto la possibilità di attivare strumenti di tutela sociale, valutare misure di incentivazione all’esodo e, dove possibile, percorsi di riqualificazione professionale". In altre parole, "senso di responsabilità, piena legalità e salvaguardia, per quanto possibile, della dignità di tutti i lavoratori coinvolti".
Sottolinea Minutillo che dall’altra parte non c’è stata una "risposta costruttiva", una "manifestazione pacifica del dissenso", ma "contorni di oggettiva illegittimità" e "condotte che violano le regole più elementari della convivenza civile e del rispetto reciproco".
Tramite il legale, Sofalegname chiede, "ancora in maniera bonaria", di "sospendere immediatamente ogni forma di protesta che travalichi i confini della legalità e ripristinare un clima idoneo al confronto".
La denuncia di Sudd Cobas avevano suscitato l’indignazione, per motivi opposti, di Diana Scirri, consigliera comunale di Alleanza Verdi Sinistra, e del portavoce dei Verdi Samuel Campanella: l’ipotesi che i licenziamenti potessero avere una base etnica o sindacale è per loro "una decisione inaccettabile, che proietta scenari di sfruttamento e repressione che non possono e non devono trovare spazio nella nostra città e nel nostro territorio. Se si accetta il principio che chi sciopera può essere licenziato perché ‘scomodo’ o ‘straniero’, allora viene messa in discussione tutta la tenuta democratica del nostro Paese". Dunque, professando vicinanza ai lavoratori, "invitiamo la cittadinanza, le associazioni e le forze democratiche a mobilitarsi e protestare contro questo sistema mafioso e discriminatorio. La dignità non è mai negoziabile, e nessuno ha il diritto di calpestarla".