La tracimazione della diga: "Buon segno per l’estate"

Ridracoli, il ‘gigante buono’ che preservò dall’alluvione la valle del Bidente "Duplice funzione, contro la siccità e come contenimento quando piove troppo".

La tracimazione della diga: "Buon segno per l’estate"

La tracimazione della diga: "Buon segno per l’estate"

di Oscar Bandini

RIDRACOLI (Forlì)

Alla diga di Ridracoli, ‘il gigante buono della Romagna’, si è materializzata venerdì scorso la prima tracimazione (lo ‘sfioro’) del 2024. Una copiosa cascata d’acqua alta 103 metri ben visibile dalla strada di coronamento, dove lo sguardo si perde sul lago gonfio d’acqua incastonato tra la Foresta della Lama, Sasso Fratino, e i crinali del Parco nazionale, a ricordarci la maestosità e la forza della natura. In questa fascia dell’Appennino romagnolo i fossi dai nomi sconosciuti ai più come Molinuzzo, Altari, Lama, Mulino, Fosso d’Orso, Fossone e Fontanone che si gettano nel lago a destra e a sinistra, hanno trasportato negli ultimi giorni quantità d’acqua tali che in sole 48 ore hanno fatto crescere il livello del bacino di oltre due metri, con un aumento di oltre 2 milioni di metri cubi d’acqua, fino ad arrivare allo sfioro dei 557,30 metri sul livello del mare della diga, dando così il via alla imponente cascata d’acqua sul Bidente. Il presidente di Romagna Acque Tonino Bernabè, che gestisce l’Acquedotto di Romagna, è convinto che questa prima tracimazione e l’avvento delle piogge primaverili siano segnali tali da far pensare che sia garantita la sicurezza del rifornimento idrico della Romagna per l’estate, quando milioni di turisti si accalcano sulla costa romagnola. Un elemento positivo a cui si deve aggiungere anche il ruolo altrettanto positivo della diga in termini di sicurezza, che si è materializzato in occasione dell’alluvione del maggio 2023 che ha devastato ampi territori della Romagna. Proprio in quella occasione sui social imperversarono le fake news che addebitavano alla diga l’esondazione dei fiumi, ribaltando così la verità dei fatti. Al contrario, mentre in alcune vallate del forlivese e nella pianura romagnola le piogge avevano causato l’esondazione dei corsi d’acqua, la valle del Bidente non era stata toccata. "La diga trattiene volumi d’acqua pari a molti milioni di metri cubi – precisa il presidente Bernabè - e regola di conseguenza anche i deflussi a valle. Se non ci fosse stata, passando nel maggio 2023 in breve tempo dalla siccità alle forti piogge, la Valle del Bidente avrebbe avuto non pochi problemi". È chiaro che le grandi dighe si costruiscono o per produrre energia elettrica o per alimentare gli acquedotti ad uso idro potabile o al servizio dell’agricoltura. "Però trattenenere le acque a monte serve anche per difendere la pianura. Fin dall’inizio della sua costruzione – aggiunge Bernabè –, Romagna Acque ha provveduto e provvede a difendere gli ambienti a corona della diga con interventi mirati di difesa idrogeologica dei versanti ed idraulica di torrenti e fiumi, per impedire l’interramento del bacino. Insomma la diga è un grande regolatore e non bisogna averne paura. Aggiungo – conclude – che è necessario un nuovo invaso in Appennino. Per mettere in sicurezza la Romagna servono 20 milioni di metri cubi in più e secondo i nostri studi è necessario prolungare il canale di gronda del Fiumicello verso il Rabbi e costruire un invaso di medie dimensioni su questo fiume".