Tensione tra docenti e preside: "Rapporti difficili, manca serenità". "Non è vero, sono aperta al dialogo"

Sindacati in subbuglio nelle scuole dell’istituto comprensivo 9 (Villafranca, San Martino e Roncadello). La "situazione complessa" riguarda Sonia Mastroleo, già criticata anno scorso quando lavorava a Pavia

I sindacati parlano di "scuola e lavoratori in sofferenza", la dirigente, invece, racconta una storia molto diversa. Due facce opposte della stessa vicenda, che – e questo è l’unico punto sul quale tutti concordano – si presenta "molto delicata e complessa" che tocca l’istituto comprensivo numero 9: ha sede a San Martino in Villafranca e include due scuole per l’infanzia (‘Aeroplano’ e ‘Pettirosso’, rispettivamente a San Martino e Villafranca), due elementari (‘Raggi’ di Roncadello e ‘Vallicelli’ di Villafranca) e una media (‘Fiorini’ a Villafranca).

Sonia Mastroleo guida due scuole per l’infanzia, due elementari e una media
Sonia Mastroleo guida due scuole per l’infanzia, due elementari e una media

Qui in settembre ha preso servizio una nuova dirigente, Sonia Mastroleo. Che arriva da un’altra regione, la Lombardia: precedentemente aveva diretto un istituto a Garlasco, in provincia di Pavia, ma aveva chiesto un trasferimento "come tanti dirigenti fuori regione – aveva precisato a suo tempo –, così sono riuscita ad ottenere un avvicinamento alla famiglia". Se Mastroleo aveva scelto di dare conto delle ragioni del suo trasferimento, è stato perché nel 2023 nel suo istituto trentatrè docenti avevano rassegnato le dimissioni.

Poi l’arrivo a Forlì, con però nuove polemiche. "Siamo stati contattati da personale docente e Ata – spiega Maura Consoli, la segretaria generale di Cisl Scuola Romagna – e abbiamo convocato un incontro con loro lo scorso 6 marzo. L’assemblea è stata tranquilla, i lavoratori e le lavoratrici si sono espressi e hanno raccontato le loro difficoltà nel rapporto con la dirigente. La situazione è molto complessa e ci siamo già mossi per quanto era in nostro potere, anche facendo segnalazioni all’ufficio scolastico provinciale, per cercare di trovare una soluzione a un caso molto complicato. Siamo di fronte a un comprensivo in sofferenza e il nostro obiettivo è cercare di aiutare una scuola in difficoltà". Gli ‘Ata’ sono i dipendenti amministrativi e tecnici (i ‘bidelli’). L’ufficio scolastico provinciale è quello che una volta si chiamava ‘provveditorato’, ovvero l’articolazione locale del ministero dell’Istruzione.

"Ci stiamo muovendo con molta attenzione, anche attraverso tutele individuali – precisa Pier Francesco Minnucci, segretario generale Flc Cgil Forlì-Cesena –. Sono già stati espletati tutti i passaggi di interlocuzione con l’ex provveditorato, ma adesso si è arrivati al punto in cui il problema deve uscire dal perimetro territoriale perché i lavoratori hanno necessità di recuperare serenità e per questo c’è urgenza di risposte chiare in tempi rapidi". Interpellato, il Comune sottolinea che la sua competenza è limitata agli spazi scolastici, ma non riguarda il corpo docente che dipende invece dall’ufficio scolastico provinciale.

Un’altra faccia della medaglia è quella che racconta la dirigente contestata: "Non c’è niente, niente di vero. Sono sempre aperta al dialogo, tutti possono venirmi a parlare in ogni momento e nessun docente, né nessun membro del personale è mai venuto a lamentarsi di me e del mio modo di lavorare". I problemi riscontrati a Pavia lo scorso anno? "Non sono nati da questioni avute con i docenti, bensì con un sindacalista che successivamente ho denunciato".

Almeno in questo caso, però, secondo Cgil e Cisl, sono stati i lavoratori a segnalare loro dei problemi: "Le ragioni – ipotizza la dirigente – possono stare nel fatto che l’istituto comprensivo viene da otto anni di reggenza. In tali casi una scuola è lasciata a se stessa. Quando sono arrivata io le cose sono cambiate: a molti è piaciuto e forse, invece, a qualcuno no. Io sento di aver fatto tante cose buone: i riscaldamenti erano quasi sempre spenti e il pomeriggio si stava a scuola con il giubbotto e io ho allungato l’orario di accensione, l’acqua nei bagni era solo fredda, mancava formazione per il corpo insegnante… Ora le cose vanno molto meglio e in tanti mi hanno ringraziato. Capita, per citare la Bibbia, che le persone prima gridino ‘santo, santo, santo’ e dopo poco ‘crocifiggiamolo’. Quello che sta succedendo ora mi sembra un incubo e so di non meritare nulla di tutto ciò: amo il mio lavoro e amo i bambini, non penso di fare nulla di male. La mia prima paura è che queste accuse possano gettare un’ombra sull’istituto".