Andrea Cintorino: "Torna Radio Bruno. Negozi sfitti? Un’idea perché siano più belli"

L’assessora attacca le "politiche abitative sbagliate del passato" e sulla contrazione di vetrine commenta: "Crescita esponenziale dell’e-commerce, ma c’è stato il boom della ristorazione"

L’assessora Andrea Cintorino con, sullo sfondo, le luminarie natalizie

L’assessora Andrea Cintorino con, sullo sfondo, le luminarie natalizie

Forlì, 3 marzo 2024 – Sta per concludersi la legislatura iniziata nel 2019. In vista degli ultimi mesi di mandato, il Carlino ha avviato un ciclo di interviste agli assessori forlivesi, per riflettere pubblicamente sul loro operato: cosa è stato realizzato e come, cosa si poteva fare e invece non è stato fatto. Inevitabilmente questo costituisce la base del dibattito pubblico in vista del voto di giugno. Dopo Vittorio Cicognani (assessore al bilancio e ai lavori pubblici, mercoledì 28 febbraio) e Giuseppe Petetta (ambiente e viabilità, venerdì 1° marzo), oggi tocca ad Andrea Cintorino. Le sue deleghe sono centro storico, mercati, rapporti con i quartieri, turismo e pari opportunità.

Andrea Cintorino, il rilancio del centro storico era uno dei cavalli di battaglia su cui avete basato la campagna elettorale di 5 anni fa: dopo cinque anni il centro è meglio o peggio rispetto al 2019?

"Non devo essere io a dirlo, ma eventualmente i cittadini. Certamente vanno fatte alcune considerazioni. Come in tutte le città d’Italia, il centro storico di Forlì sta vivendo una fase di profondo cambiamento, sia in termini demografici, residenziali che ricettivi. Ci sono alcuni contesti di lungo corso dai quali non si può prescindere. Tra tutti, il nesso tra la crescita esponenziale dell’e-commerce e la contrazione delle vetrine e una storia decennale di politiche abitative sbagliate che hanno portato a disequilibri evidenti".

Un esempio di politiche sbagliate delle passate amministrazioni?

"Per esempio noi abbiamo dato incentivi per poter ristrutturare gli immobili in centro, cosa che prima non c’era".

Un recente report di Confcommercio parlava di oltre 141 attività scomparse in centro storico negli ultimi 12 anni.

"Sì, ma 105 hanno chiuso tra il 2012 e il 2019, mentre 36 tra il 2019 e il 2023. Anni caratterizzati dal Covid e dalla crisi energetica. A questi dati c’è da aggiungere il boom della ristorazione. In centro nel 2012 si contavano 303 tra alberghi, bar e ristoranti. Oggi sono 341, con aree, strade e vicoli vocati alla ristorazione e allo street food. Penso a piazza Cavour o al perimetro attorno ai Musei San Domenico. Sono tutti elementi che vanno messi a fuoco, perché quando si parla di centro storico si parla di un contesto complesso, che non è soltanto nero o soltanto bianco".

Parliamo di criticità. A parte i controlli sulla galleria Saffi e sui minimarket assurti alle cronache, ci sono progetti per corso Mazzini e per borgo San Pietro?

"Sono provvedimenti non scontati, che rispondono alle richieste dei cittadini e alla volontà dell’amministrazione di arginare il degrado urbano. In particolare, corso Mazzini è al centro di un’interlocuzione strategica con i condomini delle due gallerie per la realizzazione di cancelli che ne regolino gli accessi e gli orari. Poi c’è il grande lavoro che è stato fatto dal punto di vista della videosorveglianza. Abbiamo moltiplicato il numero di telecamere e potenziato la presenza fisica di vigili urbani in piazza Saffi e nei luoghi più sensibili del centro".

Si tratta sempre di controlli e sicurezza, altri tipi di progetto non ce ne sono?

"Stiamo procedendo con la mappatura delle vetrine sfitte per andare a proporre ai proprietari, che le devono tenere decorose come da regolamento, la possibilità di andare a porre delle serigrafie con i luoghi più belli di Forlì, mentre un progetto per armonizzare i dehors in piazza è al vaglio della Soprintendenza, dopo che, ricordo, abbiamo sostituito le vele e sistemato l’ellissi della piazza".

Il festival del videoclip, in piazza, si è fatto un anno solo. Il Carnevale si ripropone, ma dal 2023 al 2024 cambia la formula. Se Radio Bruno non torna, anche il concerto del 2023 rischia di restare un unicum. Lo show cooking di Massari è andato molto bene ma non siamo a conoscenza di ulteriori eventi analoghi per piazza Cavour. Perché è difficile dare continuità a certe iniziative?

"Su Radio Bruno posso dire che a luglio sarà in piazza. Poi va fatto un ragionamento sul contesto e gli interlocutori. Gli eventi si replicano se c’è la volontà dell’amministrazione comunale ma anche la disponibilità degli artisti e degli organizzatori. Il festival del videoclip è stata un’esperienza di grande successo che abbiamo portato a Forlì per ben due volte. Negli anni successivi sono state fatte scelte diverse proprio in ragione delle esigenze degli organizzatori. Un esempio di continuità sul fronte degli eventi è Cara Forlì, una manifestazione ideata e portata avanti interamente da questa Amministrazione, con oltre 11 mila presenze in tre anni. A metà maggio ripartiremo con i mercoledì in centro, un appuntamento fisso dell’estate forlivese che coinvolge tutte le piazze e i corsi del centro".

Sulle luminarie e il videomapping, il consigliere Morgagni ha sostenuto che, in realtà, a Natale 2023 si è speso più del 2022. Sbaglia?

"Morgagni è un disco rotto e sbaglia sapendo di sbagliare. Tra luminarie e videomapping abbiamo speso quasi 50mila euro in meno del 2022 e poi abbiamo raccolto molti più sponsor".

Il budget delle luminarie superava i 700mila euro, poi non tutti spesi grazie ad alcuni sponsor. Una delle richieste dell’opposizione era stata quella di impegnarsi comunque a stanziare una cifra per gli alluvionati: versare il risparmio (grazie agli sponsor), magari su un singolo progetto, non poteva essere una soluzione?

"Aver investito nella promozione del Natale non significa aver dimenticato gli alluvionati. Ci tengo a ricordare un’iniziativa su tutte: abbiamo donato centinaia di voucher per l’ingresso gratuito dei bambini alluvionati alla pista di pattinaggio. Con fondi del Comune, abbiamo erogato 200mila euro per l’acquisto di libri e materiale di testo e 52mila euro per garantire la gratuità dei centri estivi".