La vicenda, speriamo conclusa e vinta, del salvataggio del parco delle scuole Besta a Bologna, dove l'amministrazione comunale voleva abbattere un'ampia area verde, richiama la prima battaglia ambientalista della storia bolognese guidata da un comitato: le famose e dimenticate mamme verdi (1984, quaranta anni fa!). Si trattava di un gruppo di donne, per lo più casalinghe, abitanti in zona Corticella, feudo della Sinistra, che si batterono contro l’ampliamento del deposito autobus Zucca con annesso impianto di verniciatura, considerato molto inquinante.
Cominciarono con una raccolta di firme che raccolse numerosissime adesioni, supportate dai giornali, in particolare di opposizione. Le motivazioni erano chiaramente ambientaliste ed ebbero l’astuzia di firmarsi mamme verdi con una panchina ed un albero dentro un cerchio evocanti maliziosamente un simbolo elettorale. Si era nell’ estate-autunno del 1984 e le elezioni comunali e regionali (1985) erano incombenti: L’Amministrazione nicchiava poiché avrebbe dovuto rinunciare all’impianto previsto da un apposita delibera di giunta : si trattava pur sempre di interesse pubblico!
La situazione era stagnante malgrado la petizione superasse il migliaio di firme quando si sbloccò repentinamente: i Verdi, non ancora presenti a Bologna a livello istituzionale, invitarono le mamme a far conoscere il loro caso alla prima assemblea nazionale delle Liste Verdi a Firenze, dicembre 1984. Successo clamoroso: curiosità, interviste e foto sui giornali nazionali ed immediate ricadute in Giunta che il 23 dicembre approvò una variante al PRG che cambiava la destinazione d’uso dell’area. Oggi vi è un parco ed il Museo della Memoria di Ustica. Allora era sindaco Renzo Imbeni, ultimo grande sindaco del PCI, che aveva capito tutto (e subito) a differenza di quello attuale... Gli hanno dedicato una piazza. Chissà chi si ricorda oggi delle mamme Verdi e del loro simbolo sempre attuale: una panchina ed un albero.
Angelo Ravaglia