Biglietti di insulti alla suocera lasciati sulla tomba del suocero: condannata la nuora

Riconosciuta dalle immagini della videosorveglianza del cimitero

Nuora condannata per aver offeso la suocera

Nuora condannata per aver offeso la suocera

Macerata, 29 marzo 2024 – Biglietti di insulti dalla nuora alla suocera, sulla tomba di un defunto. Per questo è stata condannata una maceratese, Cristina Luciani, accusata di vilipendio delle tombe. Si è chiuso così ieri il processo su quanto avvenuto a Corridonia a settembre del 2020. Dopo la morte del marito, una donna andava spesso al cimitero per portare fiori al defunto e dire una preghiera per lui. Ma un giorno, aveva iniziato a trovare vicino alla lapide cartelli pieni di insulti contro di lei: nei cartelli anonimi, qualcuno si premurava di informare il morto dei presunti atteggiamenti disinvolti della vedova con altri uomini. Dispiaciuta e offesa, la corridoniana aveva chiesto al custode se avesse notato qualche movimento strano intorno alla tomba del marito, ma non era riuscita a scoprire nulla, e purtroppo i cartelli avevano continuato ad apparire, sempre con le stesse illazioni sul contegno della vedova. La donna aveva denunciato più volte questi fatti incresciosi, e così alla fine per venirne a capo al cimitero erano state piazzate le telecamere. Si era visto in questo modo che una donna si avvicinava alla tomba e metteva uno dei cartelloni infamanti. Quando la corridoniana aveva visto le immagini, aveva capito subito di chi si trattasse: sua nuora. Per motivi oscuri, Cristina Luciani aveva deciso di dileggiare la suocera in quella maniera, sapendo quanto spesso lei andasse a visitare la tomba del congiunto.

Ieri sull’accaduto si è chiuso il processo. Il pm Francesca D’Arienzo ha chiesto la condanna dell’imputata alla pena di sette mesi, ritenendo ampiamente dimostrata l’accusa dalle immagini inequivocabili. Per l’imputata, ha chiesto invece l’assoluzione l’avvocato Stefano Migliorelli, che aveva anche sollecitato una perizia grafologica per accertare di chi fosse la mano autrice delle offese. Alla fine, il giudice Domenico Potetti ha condiviso la ricostruzione dell’accusa e ha condannato Luciani a sette mesi di reclusione, con la sospensione condizionale. La donna però ora potrà fare appello. La suocera, che era assistita dall’avvocato Laura Bozzi, non si è costituita parte civile, troppo mortificata e ferita dal comportamento di una persona che reputava di famiglia.