LUCIA GENTILI
Cronaca

IncantoMarche, Marcorè si fa in tre: "Parole e musica a ritmi più lenti"

Da domani a domenica l’artista protagonista degli incontri con Luca Barbarossa, Niccolò Fabi e Tosca

Neri Marcorè sarà domani a San Severino, sabato a Treia e domenica ad Apiro

Neri Marcorè sarà domani a San Severino, sabato a Treia e domenica ad Apiro

In un incontro che lega racconti, canzoni e aneddoti, Neri Marcorè questo fine settimana dialoga con amici artisti in una dimensione rilassata, nella scenografia del paesaggio naturale marchigiano. Inizia così questa edizione di IncantoMarche, il festival musicale della grande rete di RisorgiMarche. Domani alle 18 a Castel San Pietro di San Severino Marcorè incontrerà Luca Barbarossa, sabato alla stessa ora alla Roccaccia di San Lorenzo di Treia Niccolò Fabi e domenica, sul Monte Moscosi tra Poggio San Vicino e Apiro, Tosca, accompagnata dalla chitarra classica di Massimo De Lorenzi, dal violoncello e voce di Giovanna Famulari. "Conversazioni in libertà", anticipa Marcorè, ideatore del festival insieme a Giambattista Tofoni. La rassegna continuerà poi con un percorso sonoro tra cantautorato, tradizione e sperimentazione, a partire da Joe Barbieri in trio con il suo ultimo progetto "Big Bang" domenica 20 luglio al Castello della Rancia di Tolentino. Per un totale di quindici appuntamenti in undici giornate, fino al 10 agosto, sui prati dell’Appennino e nei Comuni colpiti dal terremoto del 2016 e dall’alluvione del 2022.

Marcorè, com’è nata la sezione speciale di incontri/concerto, novità di quest’anno? "Abbiamo già sperimentato in passato questo format al Teatro delle Api (a Porto Sant’Elpidio, ndr), quando ho incontrato sul palco amici come Claudio Baglioni, Serena Dandini, Giuliano Sangiorgi, Stefano Bollani ed Enrico Ruggeri. L’idea era stata apprezzata dal pubblico. Così, ragionando insieme a Tofoni, abbiamo pensato di riproporla per IncantoMarche, restyling di RisorgiMarche. Tra una chiacchierata e l’altra ci saranno le canzoni".

Qual è l’obiettivo di IncantoMarche? "I concerti continuano a svolgersi con la consueta modalità, sui prati montani e nei borghi. Il programma ogni anno si stila in base alle risorse economiche. RisorgiMarche è nato nel 2017 con l’intenzione di essere vicino alla popolazione terremotata che chiedeva di non essere dimenticata. Per me è stata un’esigenza umana e "spirituale" portare qui gli artisti. Sono arrivate centinaia di lettere e mail di ringraziamento da parte di persone risalite da un periodo triste. Il festival ha anche contribuito alla promozione turistica nelle zone del cratere, a cui si sono aggiunte negli ultimi tempi quelle dell’alluvione, in altre zone delle Marche. Nei primi quattro anni abbiamo registrato oltre 350mila presenze. L’indotto sul territorio, in base ad alcune tesi di laurea e ricerche dedicate a RisorgiMarche, è stato di oltre otto milioni di euro, con una ricaduta per strutture, accoglienza, esercizi commerciali, trattorie, negozi, aziende agricole ecc.".

Un festival solidale, inclusivo ed ecosostenibile che è diventato rete… "Sì, una rete di aspetti virtuosi: raccoglie esperienze composite che nel tempo hanno contribuito a costruire il nostro percorso e la nostra identità culturale, con Anffas Sibillini, Microbiscottificio Frolla e Senzarete/Birracca".

Qual è il suo augurio? "Che questo continui ad essere un luogo di incontro tra persone che si riappropriano di ritmi più lenti, consoni alla natura umana, contemplando e godendo di paesaggi bellissimi. Auguro di continuare a trovarsi e dare vita a questo festival, che ha molti emuli nati dopo con caratteristiche simili, non solo nella nostra regione".