
"Nessuna comunicazione: è davvero grave"
di Lorena Cellini
Area Chienti, l’inquinamento e la variante commerciale bocciata sono i due temi della conferenza del centro sinistra (Pd, Nuova Città, Per Civitanova, Dipende da noi, Ascoltiamo la città). Sotto accusa il Comune, per la politica urbanistica e per la tempistica nell’emissione dell’ordinanza di divieto di accesso alla zona inquinata. Fronti su cui il centro destra ha prestato il fianco. Il sindaco Fabrizio Ciarapica, sui provvedimenti adottati per la tutela della salute pubblica, si è difeso in aula consiliare dove ha dichiarato "di aver agito semmai in anticipo e non in ritardo sull’emissione dell’ordinanza" in riferimento a un provvedimento emesso nel 2021. Tema su cui la minoranza ha concentrato la controffensiva. "Ritardo c’è stato – incalza Francesco Micucci (Pd) – e se poi andava bene il divieto del 2021 perché emettere una nuova ordinanza a giugno. La relazione che attesta l’inquinamento è datata gennaio e il sindaco ha agito solo a giugno. C’è un problema di mancata comunicazione di informazioni legate alla salute pubblica". Mirella Paglialunga (Per Civitanova) insiste su questo aspetto: "Nel 2021 si è agito sulla base di una diversa caratterizzazione. La relazione di gennaio è una novità da cui emerge anche la presenza di mercurio. Peraltro, un’analisi di rischio venne disposta dall’Asur nel settembre 2020 e avrebbe dovuto innescare provvedimenti, ma non si è fatto nulla. Quindi non ci cerchino scuse e si agisca per il bene della città e nel rispetto anche del regolamento consiliare perché non si può continuare a interpretarlo a comodo della maggioranza", e il riferimento e all’arringa del sindaco lunedì in aula consiliare sulla questione inquinamento. Elisabetta Giorgini (Dipende da noi) sottolinea come "il sindaco non abbia metodi né trasparenti né responsabili. Nulla è stato fatto per informare la città. Ora si faccia almeno portatore della necessità di un accordo di programma per provvedere alla bonifica dell’area". Quanto invece alla variante bocciata, Piero Gismondi (Nuova città) ha ribadito "che il comune non aveva alcun obbligo di portarla in consiglio. Adesso c’è il rischio che i proprietari facciano causa per la mancata approvazione dopo l’adozione avvenuta a ottobre? Mi auguro che la eventuale richiesta di risarcimento non venga messa a carico dei civitanovesi, ma dei consiglieri del centro destra che hanno fatto dietro front sul voto". Su questo la Paglialunga rivendica "il risultato di una nostra battaglia condotta per convincere il centro destra a non costruire su un terreno a rischio idrogeologico". Letizia Murri (Ascoltiamo la città) definisce invece "inaccettabili le procedure adottare dalla maggioranza in consiglio comunale e quanto all’inquinamento il sindaco provveda subito a apporre una adeguata cartellonista per i divieti e ad avviare procedure per la bonifica. La variante bocciata? Una vittoria per Civitanova".