Un robot contro i tumori: “Dieci ore sotto ai ferri, ma ora sto bene”

L’ex funzionario Asl ed ex calciatore della Maceratese Aldo Salciccia: “La bravura dei medici e la tecnologia d’avanguardia hanno dato risultati davvero positivi”

AldoSante Salciccia di Corridonia operato a Bologna dal robot che ha asportato due tumori contemporaneamente. "Ora sto bene"

AldoSante Salciccia di Corridonia operato a Bologna dal robot che ha asportato due tumori contemporaneamente. "Ora sto bene"

Macerata, 18 aprile 2024 – Due tumori rimossi in un colpo solo. O meglio, con un unico intervento. Al rene e al colon. È questo lo straordinario risultato ottenuto dagli specialisti dell’Irccs - Policlinico Sant’Orsola di Bologna grazie a «Hugo», la nuova piattaforma robotica di cui è dotato l’ospedale. Un intervento eseguito a marzo su Aldo Sante Salciccia, 74 anni compiuti da poco, residente a Corridonia. Un nome conosciuto in tutta la provincia, e non solo, visto che Salciccia è stato a lungo caposervizio e direttore economico di quella che si chiamava Unità sanitaria locale e che oggi si chiama Ast. Ma è stato anche un calciatore professionista della Maceratese, quando la squadra militava in serie C. “Mi conoscono in tanti, ho tanti amici», afferma. L’intervento «è riuscito alla perfezione», riferisce il Sant’Orsola. Nel dettaglio, le equipe guidate da Matteo Rottoli e Riccardo Schiavina sono riuscite ad asportare il rene sinistro (con un carcinoma renale papillare) e il colon destro (adenocarcinoma) nel corso della stessa seduta operatoria, grazie alla flessibilità e alla precisione del robot. In questo modo sono stati ridotti i tempi e l’invasività dell’intervento. «Il trauma del paziente è minore e di conseguenza la ripresa è più rapida», ha sottolineato Rottoli. A Salsiccia è stato però diagnosticato anche un terzo tumore maligno, un polipo cancerizzato nella parte sinistra del colon, che questa volta è stato tolto tramite chirurgia endoscopica, evitando l’asportazione totale del colon. Una operazione, dunque, che rappresenta «un ulteriore passo in avanti» per il Policlinico di Bologna.

Aldo Sante Salciccia, come sta ora?

"Diciamo che sto bene. Lunedì scorso ho portato la mia documentazione all’Oncologia dell’ospedale di Macerata, dove posso fare i periodici controlli, come mi hanno indicato a Bologna. Mi ha accolto il dottor Nicola Battelli che mi ha fatto un’ottima impressione. Ha confermato che non servono altri interventi, ma appunto, solo controlli".

Quando si è accorto di stare male?

"Non mi sono accorto, non ho mai avuto alcun sintomo. Il fatto è che giunto a quasi 74 anni, compiuti poco tempo fa, anche su sollecitazione di mia moglie, mi sono sottoposto a dei controlli di routine. Attraverso una colonscopia sono stati individuati tre polipi, mentre una Tac ha rilevato come un rene non funzionava. Così sono corso ai ripari".

Come è finito al Sant’Orsola di Bologna?

"Deve sapere che io sono stato a lungo caposervizio e direttore economico di quella che si chiamava Unità sanitaria locale e che oggi si chiama Ast. In questo contesto ho conosciuto tanti professionisti della sanità. E’ stato uno di questi, un medico, un amico, ad indirizzarmi al Centro specialistico del Sant’Orsola di Bologna, struttura dove peraltro ero stato in passato, proprio in qualità di funzionario amministrativo della Usl. Già allora avevo potuto cogliere la straordinaria organizzazione e la qualità di questo ospedale, ma mai avrei immaginato di tornarci da paziente. Dopo due incontri nel corso del quale sono stato visitato, mi hanno spiegato quello che si doveva fare. Mi sono recato diverse volte a Bologna, una volta un giorno, un altro tre giorni, per alcune attività preparatorie. E, poi, è stata fissata la data dell’operazione".

Quando è stato operato?

"Il 4 marzo, un ‘operazione piuttosto impegnativa, visto che è durata dieci ore. Ma la bravura dei medici sommata ad un sistema robotico d’avanguardia hanno dato risultati davvero positivi. Ho solo quattro buchi che hanno reso necessario qualche punto di sutura, ma non ho mai avvertito alcun dolore, né durante l’intervento, né nei giorni successivi. Così, dopo una decina di giorni, sono tornato a casa e, facendo le corna, tutto sembra andare per il verso giusto, sto bene. Certo, il 3 maggio dovrò tornare nel capoluogo emiliano per una visita relativa all’aspetto chirurgico, mentre per i controlli, come detto, potrò avvalermi della qualificata Unità di Oncologia dell’ospedale di Macerata. Mi lasci però dire una cosa che sento fortemente".

Prego…

"Ho toccato con mano l’eccellenza del Sant’Orsola, l’efficienza dell’organizzazione, ho potuto apprezzare l’elevata qualità di medici e personale sanitario in genere. Ma ho anche capito, ancora di più rispetto a quanto già pensassi, che la tecnologia può davvero fare la differenza. Con una piccola amarezza, però".

Quale?

"Il sistema robotico attraverso il quale sono stato operato è attualmente il più avanzato, ed è stato usato con straordinaria professionalità dall’equipe del Sant’Orsola. C’è a Bologna, però, ma non ovunque, non a Macerata e in tante altre realtà. Sappiamo tutti che per la sanità il momento è difficile, le risorse sono ridotte. Ma, proprio per questo, credo che dovrebbero essere concentrate sull’acquisizione di apparecchiature e strumentazioni d’avanguardia, piuttosto che spese per altre cose".